In Alessandra Palmigiano gli impulsi del desiderio o della
seduzione non si esprimono attraverso spinte tribali o risvolti zuccherosi, ma
sono piuttosto una sfida con se stessa, un io poetico emancipato e mai succube,
ma allo stesso tempo forse proprio per questo ineluttabilmente tentato – e
tentatore a sua volta – dal gioco con il fuoco. In questi casi si sceglie non
casualmente l’obiettivo più adatto, per esempio per ruolo sociale e culturale,
il soggetto che possa corrispondere al gioco con complicità senza esserne vittima “troppo” facilmente. In
questo modo la conquista si fa osservazione, partita a scacchi, raffinato
scambio cerebrale, guerra di posizione. E, come spesso accade, la schermaglia
anche più pericolosa si traduce in un apparente nulla di fatto; il che
significa piuttosto armistizio, o ritirata, o rinuncia, in realtà traducendosi
comunque in Evento.
dalla presentazione di L. Cannillo
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