Dalla "scampagnata" del '45 a Mariano Comense come
momento di libertà e liberazione, per arrivare alle feste degli anni '90 senza
il Pci, passando per le trasformazioni del boom economico, i sentimenti
ribellistici della stagione dei movimenti, il consumismo degli anni '70 e
l'edonismo dell'era craxiana, Anna Tonelli racconta com'è cambiato uno dei riti
politici più importanti dell'Italia del dopoguerra. Come una festa cattolica,
infatti, le Feste dell'Unità hanno il corteo, la parata e la figura religiosa
rappresentata dal segretario di partito che chiude la cerimonia con il comizio.
Come i Soviet, la festa rende omaggio alla "madre Russia" con
l'esposizione dei simboli e dei padri storici del comunismo. Poi arrivano le
esigenze del mercato a trasformare gli appuntamenti in feste commerciali con
stand, spettacoli, lotterie, ristoranti, concerti a pagamento: il
post-Liberazione e i concorsi di Miss stellina; il miracolo economico con i
nuovi consumi e il beat; il '68 con le marce dei giovani e il trionfo della
cosmonauta Valentina; gli anni '70 con i cantautori e le manie di
"gigantismo"; gli anni '80 fra riflusso e voglia di disco dance fino
al tramonto della Festa dell'Unità con il cambio del nome in Festa democratica
conseguente alla nascita del Partito Democratico nel 2007. L'unica cosa a non
cambiare sono i veri protagonisti della festa: i volontari che costruiscono le
cittadelle o lavorano agli stand, con il traino della fede rossa a creare senso
di comunità.
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