Cinema Alchimia Uno convoca visioni alchemiche di quella art
magique che è il cinema. Da un lato, il libro rintraccia l’azione incantatoria
delle immagini, in un “precinema” che non fu solo la tecnica delle lanterne
magiche ma anche la filosofia bruniana fatta di testo e immagini interconnessi,
le tavole dei Liber Mutus alchemici composti solo di misteriose figurazioni
colorate e “musicate” con pentagrammi da eseguirsi mentre si sfogliano. Dall’altro
lato, fa uso della “metafora concreta” dell’alchimia per rileggere cineasti che
lavorano la materia di luce del cinema come altrettanti alchimisti: a Méliès a
Murnau, da Artaud a Disney, da Cocteau a Welles, da Scorsese a Herzog, da
Burton a Smith, da Buñuel a de Oliveira, da Jodorowsky a Fellini, da Ruiz a
Monteiro, da Lynch a Cronenberg, da Polanski a Bressane, da Anger a Kelemen, da
Deren a Garrel.
Bruno Roberti (1955), critico e studioso di
cinema, è ricercatore e docente di Stili di regia cinematografica e Istituzioni
di regia all’Università della Calabria. Fa parte del comitato direttivo delle
riviste «Filmcritica» e «Fata Morgana» e ha collaborato con l’Istituto
dell’Enciclopedia Italiana Treccani e con la ‑RAI. Fra le sue monografie: Ruiz
faber (con L. Esposito e D. Turco, 2007), Spazio Wenders (con R. De Gaetano e
E. Arnone, 2009), Conversazioni sul cinema (2011).
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