Prendiamo un reputato studioso di storia politica e
amministrativa, discretamente impegnato, e facciamolo diventare sindaco. Il
professore può così guardare dal di dentro, azionandola, quella macchina del
governo locale che ha conosciuto da ricercatore. È accaduto a Roberto Balzani,
che in questo libro riflette sull’esperienza che sta vivendo e soprattutto
sulla crisi della politica proprio là dove il rapporto con i cittadini è più
diretto. Dissolta ogni visione ampia, il governo dei comuni finisce nel piccolo
cabotaggio, in iniziative che hanno l’orizzonte limitato della legislatura o in
inutili «eccellenze» a scopo di consenso, in iter burocratici fine a se stessi.
È la crisi della politica come progetto, lo smarrimento d’ogni idea di «bene
comune». Una sincera requisitoria che è anche l’invito a ricostruire un nuovo
civismo, una nuova politica.
Roberto Balzani è professore di Storia contemporanea
nella Facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna,
sede di Ravenna, di cui è stato preside fra il 2008 e il 2009. Con il Mulino ha
pubblicato «Romagna» (2001), «Per le antichità e le belle arti» (2004) e ha
curato i «Discorsi parlamentari di Giosuè Carducci» (2004). Dal 2009 è sindaco
di Forlì.
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