domenica 1 aprile 2012

Manuale di antropologia della moda di Roberta Ruocco (Libellula)



L’uomo è la creatura del desiderio, del bisogno, e questo si manifesta anche nella volontà di voler rinnovare continuamente i suoi beni, di ristilizzarli, di vederli proposti con un aspetto sempre nuovo. Così, nei più differenti contesti culturali, più gli oggetti e le rappresentazioni che si istituiscono intorno ad essi sembrano essere privi di una funzione pratica, più questi sono ambiti dall’uomo e vengono investiti di significati simbolici. Il punto d’intersezione tra “abito-corpo-cultura”, diventa una nicchia straordinaria di sperimentazione dei linguaggi, dei significati di un universo immaginario di molteplici scenari. Il ripercorrere le trame di tale idea apre un nuovo modo di vedere gli attuali sconfinamenti e ibridazioni della moda e del design i cui ambiti non sono più separabili, ma prendono avvio dal processo sociale e mediatico in cui circolano forme e flussi e s’intrecciano con l'ambiente, i media e la rete.

Roberta Ruocco, docente di Antropologia culturale ha vissuto a lungo all’estero dove ha svolto attività di ricerca e insegnato in diverse università straniere. La sua attività accademica si è svolta in Medio Oriente, in Nord Africa e negli Stati Uniti. Nel 2007 è stata insignita dell’onori­ cenza di Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti conseguiti in campo accademico e scienti­fico. Attualmente vive in Italia dove insegna Antropologia della moda e del design presso l’Università San Ra‑ffaele di Milano.Quanta paura per Alessandra, Giorgia, Carlotta, Elisabetta e Valeria. Non lo avrebbero mai immaginato. Così di punto in bianco, come un fulmine che squarcia il cielo all’improvviso. Non potevano crederci. Ste, la loro Ste, in coma! Cinque donne, cinque vite diverse si raccontano al capezzale del loro amato fratello, mostrando fragilità, desideri tenuti gelosamente nascosti, paure, frustrazioni, angosce che mai e poi mai avrebbero detto a qualcuno. Il medico aveva detto loro che la cosa migliore da fare era parlare e parlare e parlare con Ste, perché questo l’avrebbe aiutata. E così han fatto subito, non calcolando però che forse non proprio tutto sarebbe rimasto un segreto …

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