sabato 21 aprile 2012

Lo Yoga e il Samkhya di Giuseppe Tamanti (Youcanprint)


La ricerca della felicità, del successo personale o, anche, del semplice divertimento, senza una corrispondente conoscenza o, almeno, un qualche sentore della propria intima natura, è la principale causa della sofferenza legata alla malinconia, alla scontentezza, alla depressione e alla solitudine, che affliggono da sempre, e in modo particolare oggi, una gran parte di persone. Sono i cosiddetti mali oscuri che possono essere affrontati e superati con un progressivo riadattamento alla luce, facendo cioè chiarezza al proprio interno attraverso il ripristino di quel costruttivo dialogo con se stessi che, lui solo, può portare a una chiara coscienza del personale io sono, oltre a un’altrettanta chiara intuizione della presenza di un interiore e impersonale sé, che, con i suoi valori etici, funge da faro di riferimento ai desideri dell’io. Il tema è quello dell’originaria natura duale del nostro essere, la cui esistenza è l’inesauribile causa di qualsiasi evoluzione e concorre, allorquando diviene oggetto dell’intenzionalità e della consapevolezza, al tanto agognato ritrovamento della fi ducia e della contentezza.

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