sabato 28 febbraio 2015

Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 2 -



Il nostro agire è sempre un agire e un esserci in un mondo, questo mondo, tangibile, incoerente, meraviglioso. Questo mondo dinanzi ai nostri occhi, o meglio la versione dei fatti che si presenta al nostro sguardo, è una delle possibili manifestazioni tra infinite possibilità esistenti anche su diversi piani di esistenza. Almeno secondo diverse e autorevoli opzioni teoriche presentate da illustri fisici quantistici come Fred Alan Wolf o astrofisici come Stephen William Hawking. E se dunque il nostro mondo non è leibnizianamente il migliore tra i mondi possibili, e se forse si trattasse di uno dei migliori mondi tra tutte le plausibili e diverse esistenze parallele, allora potremmo asserire che i linguaggi e le grammatiche che permettono a tutti noi di comunicare nel qui e ora non sono standardizzabili o definitivamente ascrivibili a regole che potremmo definire convenzionalmente e universalmente valide, e che dunque ci appartengono come attori pensanti e scriventi, in un modo o nell’altro. Anzi saremmo (sempre per ipotesi ovviamente) dinanzi a processi linguistici che si auto/strutturano consapevolmente e coscientemente rinnovandosi non più localmente ma parallelamente e meta/dimensionalmente, partendo da dati conosciuti e condivisi anche su un piano prettamente ideale e fantasmatico, e arrivando successivamente a generarne di diversi, altri, magari completamente nuovi, continuamente in potenza continuamente in atto. Pertanto il primo ostacolo che già si presenta ai nostri occhi risulta essere piuttosto ingombrante e minaccioso, perché attiene ad un problema assai complesso ovvero quello di stabilire la natura della Realtà o delle Realtà e a questo punto dei processi formativi e informativi che la o le governano. La Realtà o le Realtà con i loro codici, le loro sintassi e le loro grammatiche sono simultaneamente presenti in tanti universi paralleli o multiversi che sono strutturalmente identici, che possono esistere in stati diversi, che possono avere le stesse leggi fisiche, ma soprattutto che possono scambiarsi informazioni reciproche tra di essi. Lo scambio di processi informativi potrebbe avvenire attraverso una specie di Coscienza o Super/Coscienza che realizza dei veri e propri ponti comunicanti tra N dimensioni tutte aventi propri significanti e significati, regole, strutture, meccanismi, funzionalità, espressività.  E tutto al di là del Tempo e dello Spazio, o per essere più puntuali, ben al di là del Tempo e dello Spazio. Ma allora questa “Super Coscienza” potrebbe essere davvero quel Tutto che rende pieno l’universo, che lo rende senziente, operante, che è in grado di influenzare e cambiare, auto/osservandosi, questa realtà come tutte quelle realtà possibili e pensabili. Sono consapevole che affermazioni di questo tipo potrebbero avere la stessa portata di una scoperta incredibile come la natura di Dio o la natura dello spirito umano, perché si sta andando oltre quelle nozioni di causalità direzionali che danno un senso alla scienza, alla nostra stessa esistenza e che sono le categorie di Spazio, Tempo e Materia. Ma si tratta di limiti interpretativi che occorre superare con un vero e proprio salto di paradigma. Ad ogni modo quello che mi interessa in questa sede prendere in considerazione, è il fatto che la Coscienza ( o meglio la Super Coscienza) come contenitore e contenuto del Tutto, trasforma Tutto, e modifica universi e multiversi come una gigantesca rete neurale universale interconnessa, che non separa, ma unisce ogni cosa, fornendo informazioni dotate di senso che regolano e ordinano quello stesso Tutto, e che creano, generano realtà all’interno di quello stesso Tutto. Qualcuno (e forse non a torto) potrebbe asserire che si tratti di un tipo di affermazioni più inerenti all’intuizione mistica, alla visualizzazione magico/iniziatica o meglio ancora alla parapsicologia, e dunque nulla di scientifico e dimostrabile. Per ora sia sufficiente rimboccarsi le maniche e continuare a indagare con forza e determinazione. Pertanto continuando il filo logico del discorso posso dire secondo il mio punto di vista che la REALTA’ ULTIMA DELLE COSE non appartiene al Niente, al Nulla, al Vuoto. Questo è verosimilmente certo. La Sua Cosalità Reale e Potenziale fa parte del Suo essere geneticamente parte di meta/essenze proprie di N dimensioni, intelligenti e comunicanti tra di loro. Dimensioni che sono simultaneamente nel qui e ora, ma anche in altri tempi e modi. Cosalità dunque oltrematerica, pluridimensionale, meta/temporale, Energia Informante e Intelligente, auto/emanata ed emanante che come precedentemente asserito altro non è che Coscienza, o ancora una volta la Super Coscienza.(intervento di Stefano Donno)

venerdì 27 febbraio 2015

Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria- 1 –



Queste riflessioni nascono dall’esigenza di condividere alcune mie personali ipotesi di lavoro sulla Realtà (discutibili o meno, accettabili, criticabili, minimamente condivisibili), con tutti coloro i quali desiderino tentare di intraprendere un nuovo cammino senza nessuna rassicurazione o consolazione … grazie per la pazienza, e buon viaggio!  (Stefano Donno)
Siamo in un momento di crisi verticale, in cui l'intero edificio della cultura,  barcolla, aprendo faglie nel relativo modello di scambio sociale delle idee e delle proposte, delle istanze di creazione, della produzione letteraria e poetica, imponendo con una certa urgenza e non senza un forte senso d’angoscia,  la questione di modulare e praticare un'etica e una prassi diversa della produzione letteraria. Un dono, che ciascuno scrittore o operatore editoriale, culturale dovrebbe farsi e fare escludendo per un attimo dai suoi ragionamenti le seducenti nuances e i delicati “afrori” che provengono, come un persistente rumore bianco di sottofondo, dal mondo dell’utile e del profitto. E dunque come si potrebbe configurare nel qui e ora, un “agire” della scrittura che si inscriva nelle categorie non solo del libero, del gratuito, del disinteressato ma che scelga anzi tragicamente il peso di una strada poietica e della poiesi fenomenologica che si nutra del rischio, dello scandalo e della sovversione in una totale ed integerrima radicalità? A mio avviso e così su due piedi (e forse anche con una buona e voluta dose di leggerezza e superficialità) si potrebbe partire dal saltare a piè pari, l’idea che comunque la scrittura, la produzione editoriale debba in un modo o nell’altro fare i conti con il mercato. La libertà di ideazione e creazione è comunque un atto di libertà che è pre/personale rispetto al mercato e post/personale rispetto a qualsivoglia indice di gradimento, indagine di mercato, packaging, merchandising, o bilanci di previsione di vendita di un prodotto editoriale.  Ma si tratta di considerazioni comunque marginali, che non si avvicinano minimamente al senso di ciò che ho in animo di sviluppare, e che pertanto cercherò di ri/pensarle magari fra qualche tempo in altri contesti e perché no seguendo ulteriori e forse più profondi e approfonditi punti di vista. Intanto ripuliamo il campo di indagine da ambivalenze e malversazioni ermeneutiche o categorie in “odore di muffa” che calzerebbero a pennello più a filosofi morali, teoretici e sociali, economisti, teologi, biologi, perché ciò di cui mi devo occupare riguarda il tentativo di proporre una grammatica dell’ideazione e della creazione letteraria che sia un modello di rimando costante a pluriversi e multiversi linguistici e stilistici della e nella scrittura, ma soprattutto per la scrittura. Senza ombra di dubbio sono dinanzi ad un compito arduo e irto di ostacoli che mi condurrà ben oltre le profondità oscure degli abissi “ontici” di morfemi e lessemi, di metriche, e generi. E dunque è veramente possibile che il processo di autodistruzione della nostra civiltà letteraria sia veramente irreversibile, e non ci sia più nulla da fare? Ci saranno per l’amor del cielo dei responsabili a cui chiedere ragione per tutta questa deriva? Nella nostra modernità o forse post/modernità (chissà se non sguazziamo invece nell’acquitrino del pre/moderno!!!) la teoria della letteratura si astiene dal proporre modelli e regole vincolanti di “eugenetica” letteraria. Senonché l'impossibilità di comporre la disputa sullo statuto della produzione e della scrittura poetica e narrativa impone di proporre e riversare questo mio indagare sul piano dell'universalità antropologica e della plausibilità di alcune discipline scientifiche. E allora  che significato si vuole dare dunque oggi alla vita della “nostra” letteratura, della “nostra” cultura? Si può mantenere ancora in piedi il valore tradizionale della responsabilità morale del soggetto poetante o scrivente  verso se stesso e i suoi simili? Forse è necessario che non sia più un solo Io Poetante o Scrivente il detentore di una centralità originale e originaria della produzione editoriale, scritturale, o informativa, ma un collettivo plurisoggettivo post/egoico di riferimenti e scambi ipertestuali e con/testuali che si nutre di confronti e suggestioni già esistenti, in grado di dare origine poi successivamente ad una creatura nuova, diversa, altra, alternativa, possibile, e plausibile. Dunque è auspicabile superare i limiti stessi dei modi in cui si è stati educati a concepire un’editorialità poetica, informativa o narrativa, per giungere ad una visione e ad un rispetto della dimensione complessiva di una nuova e plurima soggettività scrivente senza riduzionismi metafisici e/o razionalistici. L’obiettivo di queste considerazioni è quello di favorire attraverso la presentazione di coerenti spunti di riflessione, una proposta di rinnovamento complessivo dell’uomo letterario e della comunità letteraria globale (qualunque e dovunque essa sia). Ma allora sembrerebbe quasi naturale chiedersi ad esempio che cosa ad oggi la teoria della letteratura abbia fatto per il narratore e il poeta.  Possibile che essa si sia preoccupata di problemi così alti da dimenticare la brutalità, la caoticità, la cosalità dell’esistere per le umane lettere? Possibile che essa continui colpevolmente e consapevolmente a vivere in uno stato di beatitudine iperuranica, dimenticandosi dell’esistenza di un mondo inferico e magmatico pulsante di incontenibile energia?  Non tutto sembra perduto, e forse siamo ancora in tempo per evitare la catastrofe.

SPRITZ FILOSOFICO con il filosofo UMBERTO GALIMBERTI presentato dal prof. Luca Nolasco il 7 marzo 2015 alla libreria Bookish



Spritz Filosofico il 7 marzo 2015 alle ore 12,00 presso la Libreria Bookish di Lecce in via Cesare Battisti 22 a Lecce con un ospite d’eccezione: il filosofo Umberto Galimberti che si intratterrà con i presenti insieme al Prof. Luca Nolasco conversando anche del suo lavoro Il viandante della filosofia scritto con Alloni Marco ed edito da Aliberti
"In Galimberti l'eredità della grecità si trasforma in una maieutica moderna, e coincide con la presa di coscienza della fine della metafisica e dell'avvento del nichilismo. In questo proibitivo compito - presentare le modalità di convivenza con la disperazione - Galimberti suggerisce non una retorica del disincanto, bensì le chiavi di resistenza nei confini dell'instabilità e della perdita, ormai interamente dominati dalla tecnica. E il valore paradigmatico ed esemplare di tale insegnamento è nel nomadismo morale come presupposto alla sfida del nichilismo. Argomentata analisi degli strumenti che nei secoli la filosofia ha offerto all'uomo, l'opera di Galimberti è dunque una tangibile risorsa intellettuale ed esistenziale nel baratro dell'assurdo. Questo piccolo libro è un percorso tra le ragioni che rendono la filosofia un'insostituibile compagna di ricerca non già delle ragioni ultime ma, nemmeno troppo paradossalmente, della ricerca come ragione ultima". (dalla Prefazione). 

Info e prenotazione bookishlecce@virgilio.it
0832/306676

giovedì 26 febbraio 2015

Parrucchiere - Tagliati per il successo parrucchiere Lecce: Gianni e Andrea Sasso parrucchieri tagliati per il successo uomo e x donna, taglio e acconciatura, colorazione e trattamenti per il capello, extension laser

Parrucchiere - Tagliati per il successo parrucchiere Lecce: Gianni e Andrea Sasso parrucchieri tagliati per il successo uomo e x donna, taglio e acconciatura, colorazione e trattamenti per il capello, extension laser

Salento in Giallo alla Libreria Bookish di Lecce



Nuovo e singolare evento previsto per il 28 febbraio 2015 a partire dalle 18,30 presso la Libreria Bookish di Lecce in via Cesare Battisti 22. Salento in Giallo, questo il nome dell’appuntamento, vuole essere una piccola kermesse dedicata agli autori salentini che hanno scritto sia gialli ambientati nel Salento che letteratura del genere di più ampio respiro. Un momento di incontro e confronto tra diversi stili, e diversi approcci al delitto con un filo conduttore color rosso sangue che unisce le vicende contenute in queste narrazioni: il Salento, Lecce e le zone d’ombra di una terra che sotto la splendida superfice del Barocco nascondono terribili segreti
Interverranno l’editore Piero Manni come autore di un racconto presente nell’antologia Sangu, la scrittrici Elisabetta Liguori, gli scrittori Giuseppe Calogiuri, Paolo La Peruta, Fernando Sicuro, Alberto Colangiulo, Marco Esposito, che saranno interrogati dall’Avv. Francesca G. Conte in veste sia di “inquirente” che di relatrice.

Info / telefono  0832-306676 
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martedì 24 febbraio 2015

Portami a casa di Elena Leoni (Lupo Editore) alla libreria Bookish di Lecce



Fucine Letterarie, in collaborazione con Lupo Editore e con la Libreria Bookish, presenta “Portami a Casa” (Lupo Editore, 2014) di Elena Leoni, Venerdì 27 Febbraio 2015 alle ore 18.00 presso la Libreria Bookish, in via Cesare Battisti n.22 a Lecce. L’azione letteraria sarà curata da Stefano Donno.
Portami a casa è romanzo mozzafiato, perché unisce, senza nulla snaturare, un’anima da libro sentimentale ad un andamento da ‘giallo’. Sullo sfondo della campagna barese, tra masserie con frantoi ipogei, costruzioni a pignon, grandi ulivi, contrade e paesini, un omicidio efferato scuote il normale andamento delle cose, coinvolgendo forze dell’ordine e sospettati, in indagini crescenti e tentativi, a volte involontari, di depistaggio. Tutto ciò in un’atmosfera crescente di tensione e perenne mutazione di ipotesi e di tracce, dove un’umanità piccola e provinciale vivrà per alcuni mesi l’incubo di un arresto, ma anche il desiderio di conoscere la verità. Nello stesso scenario una donna e suo figlio cercano le parole che non hanno mai trovato per dirsi “ti amo”. La donna è Annalaura, psichiatra afflitta da sensi di colpa e stati di panico, perché è anche la sorella della vittima, Claudia, donna in carriera e senza scrupoli, assessore ai Lavori Pubblici di Casalana, del cui destino si è sempre sentita responsabile. Ma anche perché è desiderosa di confessare al figlio Riccardo un’insospettabile verità che insiste sulla loro famiglia. Riccardo, studente di Farmacia, svogliato e perso tra spinelli e donne, cerca solo di recuperare l’amore per l’unica donna che davvero ama, la madre. Dopo una breve esperienza in carcere, per detenzione di ingenti dosi di droga, il ragazzo subisce una sorta di iniziazione alla vita reale, da parte di un mentore improbabile, un boss della malavita, che lo porterà a trovare se stesso e anche a chiarire il rapporto di amore con sua madre. L’amore ritrovato, la confessione della verità inaccettabile e la soluzione del delitto avvengono simultaneamente, in un finale culminante, come in una tragedia greca.
Elena Leoni, castellanese da parte di madre, è un avvocato e vive a Monopoli con i suoi figli, Giorgio ed Edoardo. È cresciuta tra la Puglia, Ancona e Roma, dove si è laureata in Legge e ha lavorato come redattrice del telegiornale presso l’emittente televisiva GBR del circuito Cinquestelle. Da sempre appassionata di letteratura, soprattutto russa, femminile d’introspezione e poliziesca, ama indagare l’animo umano e le connessioni tra psiche ed emozioni. “Portami a casa” è il suo romanzo d’esordio.
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