lunedì 11 settembre 2017

“LUPUS IN FABULA. LE FIABE NELLA RELAZIONE EDUCATIVA” DI ADALINDA GASPARINI E CLAUDIA CHELLINI (EDIZIONI CENTRO STUDI ERICKSON)



Edizioni Centro Studi Erickson pubblica per la collana “Notti di luna vuota”, diretta dal pedagogista Marco Dallari, il libro di Adalinda Gasparini e Claudia Chellini “Lupus in fabula. Le fiabe nella relazione educativa”. Il volume guida il lettore nella geografia dell’immaginario fiabesco invitandolo a mostrare ai bambini (poi adolescenti, poi adulti) quello che l'educazione contemporanea tende ad attenuare, se non a nascondere, ovvero la dimensione tragica della vita, con la quale pur sono in contatto fin dalla più tenera età. Fra tutti i generi narrativi, l'universo fiabesco è quello che più affonda le radici nella psiche individuale e collettiva, nella complessità delle vicende vissute in differenti tempi e culture, nelle credenze, nei gesti, nei riti da sempre presenti sulle scene dell'esistenza umana. Questo volume nasce inoltre dal desiderio di favorire i genitori, gli insegnanti, gli educatori e i bibliotecari che vogliono attingere di prima mano al nostro patrimonio narrativo, quello che fa dell’Italia una superpotenza culturale. Troppo spesso, infatti, raccontiamo fiabe di terza o quarta mano prendendole, ad esempio, dal grande narratore del Novecento, l’americano Walt Disney. Il volume vuole far riscoprire le fiabe tradizionali che spesso narrano storie di conflitti che minacciano l'esistenza dei giovani protagonisti, di rischi e di prove che devono affrontare, della via che possono trovare per uscire da difficoltà apparentemente insormontabili, a patto che si usi il potere salvifico della parola, si ascoltino coloro che si incontrano lungo il proprio cammino e che si chieda loro aiuto. Dalle fiabe più classiche, come “Giovannin senza paura”, pericolosamente incapace di ascoltare la voce dell'inconscio, o “Tontonio”, uno scriteriato che riceve doni preziosi ma li perde per l'incapacità di comprendere le parole del donatore, passando a storie più contemporanee come “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Il volume è diviso in due parti. Nella prima parte “Un’educazione pericolosa. Crescere senza incertezza, senza pericolo, senza paura” incontriamo Cappuccetto Rosso e scopriamo che fu riscritta dai Fratelli Grimm, con un lieto fine, partendo da una versione orale antica dal finale tragico, e diventando così una delle fiabe più famose del mondo. Le autrici cercano di dimostrare con questa fiaba come i genitori sicuri di proteggere i figli, non avvertendoli dei rischi che possono correre, si pongano come genitori ideali, e pertanto impediscano ai figli di imparare da ciò che vedono. Nella seconda parte “Un’educazione paradossale. Crescere senza arte né parte, scacciati e delegittimati” si raccontano invece storie più contemporanee, postmoderne, come quella di Enzo Ceccotti, alchemico e stralunato eroe che mangia solo budini industriali alla vaniglia, protagonista del film italiano “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Una storia, quella di Enzo Ceccotti da Tor Bella Monaca, raccontata con il più contemporaneo e popolare dei linguaggi, quello cinematografico, capace però di rivelarsi degna della più autentica tradizione fiabesca.
Questo libro si inserisce all’interno della ricerca sulle strutture narrative delle fiabe antiche e popolari che dal 2009 le autrici conducono. Partendo dallo studio delle trecce topologiche hanno realizzato il progetto online Fabulando. Si tratta di un sito che comprende sessantaquattro fiabe, per ciascuna delle quali è disponibile un e-book e una nota di lettura che spazia fra educazione, psicoanalisi e letteratura (http://www.fairitaly.eu/joomla/fabulando-ita).
Adalinda Gasparini e Claudia Chellini dimostrano come la conoscenza dei territori non riguardi solo la geografia dei luoghi, ma anche quella della psiche. Non a caso, sia in questo libro che nel prezioso sito Fabulando da loro costruito, le autrici collocano grande, complessa e bellissima carta geografica che indica collegamenti e sovrapposizioni fra l’universo delle fiabe, con le loro ambientazioni, i loro personaggi e i loro simboli, e l’universo della psiche, con le sue risorse di conoscenza e di arbitrio, i suoi affetti, le sue contraddizioni e i suoi misteri.  “Lupus in fabula” dimostra che la fiaba, come il mito, continua a vivere e a rivelarci, con i suoi simboli e le sue metafore, nuovi dettagli della parte più affascinante e segreta della nostra identità. Marco Dallari, direttore della collana di cui il volume fa parte, nella prefazione scrive: “E questa è una bella e incoraggiante sorpresa, perché ci rivela che la fiaba, come il mito, continua a vivere e rinascere, e quella mappa dei sogni e dei racconti di magia continuerà ad arricchirsi e a rivelarci, con i suoi simboli e le sue metafore, nuovi dettagli della parte più affascinante e segreta della nostra identità personale e collettiva”.

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