Il braccio destro di un boss malavitoso decide di cambiare
vita e abbandona la criminalità. Naturalmente il suo “ex capo” non approva, e
tenta di fargliela pagare. Lo scontro che ne deriva, alla fine del quale
soltanto Uno dei due potrà spuntarla, diviene simbolo del continuo
fronteggiarsi degli opposti che contraddistingue le vicende umane. Sogno e realtà,
passato e futuro, bene e male, luce e ombra, odio e amore, rancore e perdono,
autobiografia e finzione: nella narrazione sembrano tutti coesistere in un
equilibrio instabile, che inevitabilmente sfocia in una mescolanza, in una
contaminazione reciproca. Perché nulla è tutto bianco o tutto nero; la realtà è
piuttosto un continuo digradare tra le infinite sfumature del grigio. Ma se il
bianco è l’insieme di tutti i colori e il nero l’assenza dei medesimi, si può
immaginare che tra il bianco e il nero si dispongano non le diverse gradazioni
di grigio, bensì tutte le singole tonalità dell’iride. Un invito, tra le righe,
a colorare i nostri giorni, a trasformare il grigiore della quotidianità
nell’arcobaleno della vita.
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