Questo racconto non è solo la
ricerca di un omicida che sfoga la propria rabbia uccidendo nel tribunale
civile di Roma. Per scoprire il colpevole, l’ispettore Rotunno ed il
maresciallo Mazzotta dovranno districarsi tra tanti avvenimenti che nulla hanno
a che vedere con il delitto. Le vicissitudini di coloro che lavorano lì, tra
gelosie, difficili rapporti familiari, tradimenti, ripicche, sesso e droga,
evidenziano subito quale sia l’ambiente nel quale devono scovare l’assassino.
Il lettore non sia troppo severo con i personaggi. Lavorare nel luogo dove si amministra
la giustizia, non ne fa né dei santi né degli esseri speciali. Per questo
Algard li ha chiamati solo per nome, salvo qualche eccezione, proprio per
portare le loro vite più vicine alle nostre. E’ un classico di Algard
costringerci a focalizzare la nostra attenzione sulle vite private dei
personaggi, preferendo osservare il mondo per quello che veramente è, non per
quello che ognuno vorrebbe che fosse.
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