Il volume raccoglie tre saggi di
Frederic M. Thrasher pubblicati nel «Journal of Educational Sociology» tra il
1927 e il 1934. Nel tentativo di coniugare la proposta teorica e metodologica
elaborata dalla Scuola di Chicago con l’approccio normativo proprio della
sociologia educativa statunitense, Thrasher individua nell’analisi sociologica
dei contesti sociali uno strumento decisivo per la comprensione delle
istituzioni educative e dello studente, la risoluzione dei problemi scolastici
e lo studio dei processi di educazione informale. Attorno a questo elemento,
che costituisce il suo contributo più significativo alla sociologia educativa,
nei saggi qui tradotti per la prima volta in italiano Thrasher sviluppa
un’analisi che attraversa i temi lungo i quali si è articolata la sua opera: le
bande giovanili, il rapporto tra educazione e prevenzione della delinquenza, i
caratteri dell’educazione informale, gli effetti del cinema sul comportamento
dei giovani e il coordinamento dei servizi comunitari. L’attenzione a questioni
che continuano ad attraversare il dibattito sociologico contemporaneo
unitamente al carattere innovativo di un approccio capace di coniugare, nello
studio dei processi educativi, analisi etnografica, ecologica e statistica, da
un lato, e la necessità di individuare le possibili applicazioni dei risultati
di ricerca ai problemi educativi, dall’altro, segnano gli estremi all’interno
dei quali riconoscere la contraddittoria ricchezza di un percorso che si è
costantemente mantenuto sul crinale tra «l’educazione come arte e la sociologia
come scienza».
venerdì 30 novembre 2012
giovedì 29 novembre 2012
Cittadini a 5 stelle. La partecipazione in rete che vince sui partiti di Matteo Incerti con Federico Pizzarotti (Aliberti). La consapevolezza del futuro. L'intervista sul 1984 con Ferdinando Adornato di Enrico Berlinguer (Aliberti). Gli indipendenti di sinistra. Una storia italiana dal Sessantotto a Tangentopoli di Giambattista Scirè (Ediesse ). Intervento di Nunzio Festa
Con enorme interesse e favore
abbiamo accolto e letto il libro-intervista di Matteo Incerti al
"nuovo" sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, "Cittadini a 5
stelle". Innanzitutto, evidentemente per l'adesione all'attualità della
pubblicazione; non recentissima, tra l'altro, se si considerano i tempi
dell'editoria 'moderna', ma - certamente - (almeno) recente. In seconda istanza
in quanto il "fenomeno Grillo" e, soprattutto, le azioni e la vita
del MoVimento 5 stelle ha sempre sortito in noi interesse: di segno positivo
come di segno negativo, d'altronde. In ultimo perché avevamo davvero la voglia
d'ascoltare la voce d'un primo cittadino che si concede in risposte d'ampio
respiro. Allora, a lavoro fatto, possiam dire una serie di cose. Intanto che
Incerti non lavora da giornalista puro, in questo caso. In quanto in primis
avrebbe dovuto dimostrare che l'intervista era finalizzata a esternare
solamente il lato, per così dire migliore, di Pizzarotti e degli 'stellati',
dei fan più accaniti di Beppe Grillo. Il libretto, dunque, appare utile. Più
che utile, anzi. Praticamente essenziale. Ma per dimostrarci, e ne avevamo un
po' bisogno, quanto e come un neo-amministratore del MoVimento risponde alla
prova dei tempi classi della politica. Dopo aver vinto elezioni garantite, in
un certo qual modo, dalla politica intesa in senso davvero classico. A nostro
modesto avviso, Pizzarotti cade. Più volte. La sua "prosa" è almeno
ripetitiva. Gli stessi concetti sono rimestati, allargati e rimpiccioli alla
bisogna. Senza dar giudizi politici, perché intanto siamo difronte alla grande
novità della partecipazione reale, provata, concreta e fattiva del
"cittadino", molte incognite sul futuro, già di Parma, ci rimangono.
Detto ciò, messa a confronto l'intervista d'Incerti a Pizzarotti con quella
d'Adornato al capo del Pci Enrico Berlinguer sul 1984, riproposta sempre da
Aliberti, col titolo "La consapevolezza del futuro", quest'ultima
c'appare un oggetto da studiare nelle università. Ché Ferdinando Adornato come
prima cosa si pone il problema di presentarsi. Poi senza timori porta il
segretario del Partito Comunista a ragionare su temi imprescindibili, per
rispondere a domande che mai sfiorano il terreno della banalità. L'intervista
originaria, va ricordato, uscì su uno speciale che l'Unità aveva dedicato
all'arrivo del 1984 (in connessione ideologica col romanzo d'Orwell - speciale
al quale aderino con loro testi decine d'intellettuali e artisti
internazionali). Il dialogo è intenso. L'attenzione di chi legge non può venir
meno. Enrico Berlinguer tra le altre cose, pe dire dei contenuti,
"rilegge" George Orwell e spiega che non si dovrebbe aver remore
nell'accettare l'innovazione tecnologica. Il pensiero di Berlinquer si potrebbe
sintetizzare anche con questa parole: nuovi mezzi a disposizione potranno far
avanzare l'umanità. Una certa affinità, forse, tra gli argomenti proposti da
Berlinguer nel'83 e a duemilaedieci inoltrato dagli stellati c'è. Epperò
Berlinguer non aveva dubbi sulla necessità d'uscire dal dominio del localismo.
Al contrario, tecnicamente, degli stellati. Magari persino per questa semplice
ragione Enrico Berlinguer è rimasto nella storia. Alla stregua d'altre
personalità che fecero parte d'un segmento parlamentare, diciamo pur sapendo di
semplificar troppo, che ruotava dalla parti sempre del Pci. L'aiuto, questa
volta, c'arriva dal saggio firmato dallo storico Giambattista Scirè, "Gli
indipendenti di sinistra". Scirè, attraverso materiali e analisi, descrive
cosa fu proprio questo gruppo parlamentare che, fra gli altri, vide l'adesione
di uomini che si chiamarono Carlo Levi e Altiero Spinelli, passando per persone
che ancora si muovono come Stefano Rodotà e Adriano Ossicini (nonostante
quest'ulimo sia tra i più anziani reduci di quell'esperienza). Lo studio di
Scirè, strutturato in maniera inattaccabile e felice nello svolgimento, ha il
grande merito di ragionare sulle correlazioni del lavoro di Parri e altri con i
fatti più importanti del secondo Novecento italiota. Se Pizzarotti e altri
dicono di venir dalla Resistenza, intendendo l'adesione a quei valori morali,
buona parte degli Indipendenti di Sinistra lottarano direttamente contro il
fascismo. E da sinistra rivendicavano: "come valori irrinunciabili la
libertà, la democrazia, il pluralismo, la laicità, rifiutando sia l'ideologismo
e il centralismo democratico del movimento operaio, sia la stretta dipendenza
dalla gerarchia ecclesiastica e l'interclassismo democristiano". Cattolici
e laici, erano. Senza compromessi di sorta agivano.
C’era una donna … di Monica Negri (Phasar Edizioni)
Un racconto autobiografico, una denuncia morale
sull'arroganza e l'indifferenza dei piccoli poteri. "Questa storia nasce
dalla necessità di esorcizzare quanto accaduto durante pochi anni che hanno
cambiato la nostra vita. Quando abbiamo assistito al disgregamento fisico e
morale di una persona a noi molto vicina e alla fine di un periodo
sostanzialmente sereno, quando abbiamo scoperto quanto si può essere soli in
mezzo agli altri e a quali livelli di meschinità possa giungere l'animo umano. Una
storia che non nasce come una denuncia, anche se moralmente deve essere
considerata tale, ed è solo questa la ragione per cui non vengono volutamente
fatti nomi. Una storia vera, una storia come mille altre che si consumano nel
quotidiano senza che quasi nessuno ne parli" (Monica Negri)
C’era una donna … di Monica Negri (Phasar Edizioni),
2000, 7,23 euro, ISBN: 88-87911-02-9, pp. 112
Scarica l’anteprima in pdf: http://www.phasar.net/docs/Intro_Negri.pdf
Info: http://www.phasar.net
Su twitter: http://twitter.com/phasar_edizioni
mercoledì 28 novembre 2012
A Liberrima a Lecce l'attesissimo romanzo di Giuseppe Calogiuri dal titolo "TRAMONTANA" (Lupo Editore)
Appuntamento imperdibile. Prima
presentazione dell'attesissimo romanzo di Giuseppe Calogiuri dal titolo
"TRAMONTANA" edito da Lupo editore, nella magnifica cornice della
Libreria Liberrima. Modera l'incontro Augusta Epifani.
Una inquietante sequenza di
oscure morti e sparizioni agita le acque di una tranquilla cittadina del sud
coinvolgendo indistintamente rampolli di buona famiglia, onesti professionisti
e modesti lavoratori. L’apparente gratuita casualità dei fatti mette in allerta
il fiuto di Michelangelo Romani, giornalista del Messaggero Quotidiano, e di
Sandro Gennari, direttore di TeleCittàUno, che decidono di investigare
nonostante la servile prudenza dei rispettivi editori quando l’indagine sembra
infastidire le poltrone di politicanti affaristi o turbare antiche coscienze.
Affiancati dalla fedele Carla, i due amici si mettono ostinatamente in cerca di
polverosi “scheletri” negli armadi più insospettabili, seguendo l’esile filo di
una traccia che appare sempre più sfuggente, in attesa del segnale anomalo
rivelatore. Cosa sa il vecchio colono Antimo? E chi è il cinico giustiziere? Un
giallo tutto salentino in cui lo studio delle atmosfere d’ambiente si sposa con
la scrittura elegante e il gusto della suspense.
Giuseppe CALOGIURI classe
1978. Nato a Lecce e qui vive e lavora
come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli artisti. Già cronista e
reporter per quotidiani e riviste locali, all’avvocatura associa l’attività di
chitarrista blues e jazz. Scrittore sin dall’età giovanile, ha esordito nella
narrativa nel 2005 (premio “Corto Testo”). Scrive su ogni pezzo di carta gli
capiti tra le mani. Tramontana è il primo romanzo della serie con protagonista
il giornalista Michelangelo Romani.
martedì 27 novembre 2012
UNA VITA DA... OVVERO: "LE PROCELLARIE DI ANDREA" DI GIANCARLO CARIOTI (ABEL BOOKS)
IL LIBRO - Che vita è stata
quella di Andrea? Ditelo, voi lettori, magari con un sostantivo o con un
aggettivo. Nato da povere cose, Andrea ce l’avrebbe la forza ed i talenti, per
riformare fino in fondo il suo paese. Ma chi sta ad ascoltarlo? E soprattutto:
che può un uomo di fronte ad una massa di uomini, di fronte ad un intero paese
che tenta di procedere verso la civilizzazione? Così, dopo una prima parte, in
cui Andrea si misura con una serie di acuti fallimenti, sembrerebbe, dopo aver
conosciuto Nicoletta, che la sua vita si trasformi. Egli si appropria di un
certo potere, ma viene bruciato dal padre di lei, che lo scaraventa in
politica. Qui Andrea conosce la disfatta, perché, egli si dice, questa Italia
non sa e non vuole cambiare, perché la gente è in fondo colpevole e merita di
vivere male. Egli si brucia e, da quel momento cade nella più acuta nevrosi,
per cui insistentemente pensa al suicidio,
ESTRATTO - Chi sa perché non
riusciva a seguire. Le immagini si succedevano in rapida sequenza, ma era come
se gli sfuggisse il significato recondito di quelle banalità, che pure si
sforzava di voler intendere; ed il film, dai!, non era mica male, solo che… era
il mezzo, quel piccolo schermo che lo ottundeva, in fondo, la sua autogestione,
come tutte le cose “private” che ti compri, per farne un piccolo feticcio, il
tuo tesoro autogestito, in cui non passava, chi sa perché mai l’oggetto, ma una
sua pantomimica retrospezione, dove tutto si faceva... ecco... piccolo, troppo,
troppo piccolo e limitato, senza una sua dignitosa autonomia. Così l’oggetto
perdeva lena e sequenza, diventando accatto, paccottiglia senza determinatezza.
Ed il bello era che tutto ti scivolava sulla pelle, diventando, appunto,
incomprensibile, maculato di un uso improprio in cui mancava la tessitura di
idee, che diventavano labili e confuse, insino allo smarrimento.
Acquistabile presso: www.ultimabooks.it/una-vita-da-ovvero--le-procellarie-di-andrea
lunedì 26 novembre 2012
I custodi della biblioteca di Glenn Cooper (Newton Compton)
“Il destino di ogni uomo è un
segreto sepolto nel silenzio... Il silenzio in cui si sono suicidati gli
scrivani di Vectis. Dopo aver compilato la sterminata Biblioteca che riporta il
giorno di nascita e di morte di ogni uomo vissuto dall'VIII secolo in poi, la
loro eredità è una data: il 9 febbraio 2027. Ma la giovane Clarissa non sa
nulla di tutto ciò. Il suo unico pensiero è fuggire. Fuggire da quell'abbazia
maledetta, per mettere in salvo il dono più prezioso che Dio le abbia mai
concesso. Il futuro dell'umanità è un mistero nascosto tra le pagine di un
libro... Il libro in cui è indicato il giorno del giudizio. Mentre il mondo
s'interroga su cosa accadrà davvero il 9 febbraio 2027, alcune persone ricevono
una cartolina sulla quale ci sono il disegno di una bara e una data: il giorno
della loro morte. Proprio come all'inizio della straordinaria serie di eventi
che avevano portato alla scoperta della Biblioteca dei Morti. C'è soltanto una
differenza: tutte le "vittime" sono di origine cinese. È una
provocazione? Un avvertimento? L'ultima verità non è mai stata trovata... Will
Piper ha trovato la pace: sa che vivrà oltre il 9 febbraio 2027, e ha deciso di
lasciarsi alle spalle l'enigma della Biblioteca di Vectis e la sua secolare
scia di sangue. Almeno finché suo figlio parte all'improvviso per l'Inghilterra
e poi sparisce nel nulla. D'un tratto, per Will, ogni cosa torna a ruotare
intorno all'origine della Biblioteca dei Morti. Lì dove tutto è cominciato. E
dove tutto finirà.”
domenica 25 novembre 2012
Francesco Cassanelli Stami … E adesso? (ARACNE EDITRICE)
“Cosa si prova a perdere un
amore? Cosa succede quando scopriamo che in realtà nessuna persona ci
appartiene veramente?” Questa è l'esperienza che i protagonisti di questo
romanzo si troveranno a vivere incrociando le proprie esistenze. Francesco,
giovane laureato in attesa di partire per il servizio di leva, trova una
provvidenziale quanto temporanea occupazione nel supermercato sotto casa. Qui
conosce Elisa e con lei inizia un gioco di reciproca seduzione fino a che, suo
malgrado, non scoprirà di essere un semplice spettatore di questa loro
commedia. Un libro che parla innanzitutto d'amore, quale motore primo di ogni
nuova esperienza. Ma anche un libro che cerca, attraverso le vicissitudini dei
suoi personaggi, di rappresentare l'irresistibile desiderio di amare e di
essere amati, sforzandosi di dipingere le scoperte, a volte dolorose, che
accompagnano i protagonisti nella loro vita.
Francesco Cassanelli Stami nasce
a Bazzano, in provincia di Bologna, nel 1972. Vive e lavora nella provincia di
Modena, dove esercita la professione di avvocato. Questo è il suo primo
romanzo.
sabato 24 novembre 2012
August di Christa Wolf, traduzione di Anita Raja (E/O). Intervento di Nunzio Festa
Il più bel regalo.
"August", il racconto lungo che Christa Wolf ha lasciato al marito
Gerhard, é il più bel regalo che una scrittrice potesse fare all'amore d'una
vita intera, all'amore assoluto: "Senza di te sarei stata un'altra persona",
dice infatti in dedica di chiusura C. Wolf al suo Gerhard. "Un piccolo
grumo di memoria - é stato detto - che la scrittrice ha riplasmato nel luglio
dell’anno scorso pochi mesi prima di morire. Con tocco quasi elegiaco, senza le
tensioni ideologiche ed esistenziali di quell’opera autobiografica del 1976
(Trama d'infanzia, ndr) nella quale aveva ritratto se stessa e gli anni del
crollo del nazismo attraverso il personaggio della giovane Jenny Jordan. Nelle
ultime pagine del libro c’erano già con lei, in sanatorio, il piccolo August e
Hannelore rapita dalla tisi a soli cinque anni. Figure marginali allora, sagome
appena sbozzate in un’epoca di deliri e follie, che ora riemergono nelle pagine
terse di quest’ultima prosa, icone di una lontana identità che la parola sa
riannodare al presente". Ed è vero, anche, che i territori della
letteratura affermano con forza quanto il 'il passato non é morto' - perché è
storia e storie, insomma. Ecco, comunque, in sintesi il soggetto che si fa
quasi pellicola in tono minore. Un uomo alle soglie della pensione, che tra le
altre cose ha superato una malattia, cresciuto, si sposa con Trude ed è già
vedovo da due anni. Fa l’autista, e mentre sta appunto riportando in pullman da
Praga a Berlino una comitiva di turisti, mentre guidando costeggia l’Elba, si
ferma a Dresda, lambisce lo Spreewald, il passato torna e si fa riscrivere in
forma persino di memoria. Nonostante, dobbiamo quindi giustificare, s'usi
un'ottima terza persona. Insomma August si vede (ricorda) bambino. E trova un
orfanello lasciato nel sanatorio che fu Rocca dei tarli. Di maturazione in
maturazione, verso la maturazione, August s'unirà a Trude. La certezza,
l'amore. Felicità.
venerdì 23 novembre 2012
Antonio V. Gelormini pubblica Episcopius Troianus – il taccuino di Troia (Gelsorosso edizioni)
«Kaspar Jr. Van Wittel era
letteralmente catturato dall’imponenza affascinante delle Alpi, mentre ne
sorvolava le cime innevate e mentre si apprestava a sfogliare le pagine
nascoste di una storia senza fine».Il Gran Tour di Kaspar jr. si dipana sulle
tracce accattivanti di linee architettoniche familiari e lungo i riverberi di
sentimenti devozionali insistentemente tramandati. Un percorso tracciato negli
anni della sua infanzia olandese dai racconti di una nonna “incantevole” che,
come un filo d’Arianna, lo guideranno dalla Firenze di Raffaello alla Roma dei
Papi, dalla Napoli carolingia alla familiare Reggia vanvitelliana di Caserta.
Fino al cuore dell’entroterra dauno: Troia. Episcopius Troianus “racconta” il
Palazzo Vescovile di Troia, nella percezione stessa di “soggetto episcopale”,
attraverso le sue vicissitudini, quelle dei Vescovi che l’hanno abitato, quella
di un’originale pala d’altare del Solimena, nonché della tribolata vicenda di
preziosi volumi e codici emigrati “forzosamente” verso biblioteche più
blasonate. È anche il racconto di una Diocesi e di una Città, Troia, che ha
rappresentato un importante pezzo di storia di questo suggestivo angolo di
Puglia.
Antonio V. Gelormini, nato a
Troia (Fg) il 24 agosto 1956, vive a Bari, dove ha frequentato i corsi della
Facoltà di Economia e Commercio degli Studi “A. Moro”. Ha diretto importanti
strutture turistico-alberghiere di catene nazionali ed internazionali (Club
Méditerranée, Accor Group e Cit Hotel). Dal 2006 è giornalista pubblicista.
Editorialista del quotidiano telematico «Affari Italiani», è redattore-capo della
sezione “Puglia”. È stato responsabile della pagina turismo del quotidiano «La Prealpina» di Varese, ed
è corrispondente di numerose testate online. Collabora con i principali
quotidiani pugliesi. È responsabile del progetto Daunia Vetus della Diocesi di Lucera-Troia,
per la nascita di un Distretto Culturale (www.dauniavetus.it). Nel giugno 2009 ha ricevuto il “Premio
Giornalistico Città di Riccione” assegnato ogni anno alle migliori firme del
giornalismo italiano di viaggi e turismo.
giovedì 22 novembre 2012
Umberto Galimberti con il suo Cristianesimo. La religione dal cielo vuoto (Feltrinelli) a Feltrinelli Point di Lecce
La libreria “Feltrinelli point” della città barocca-
accoglie senza remore la filosofia e lo fa ospitando un grande esponente della
storia della filosofia italiana, Umberto Galimberti con la sua opera che
affronta il tema del sacro. Cristianesimo. La religione dal cielo vuoto
è un saggio che riaccende il dibattito sul significato che ha assunto la
religione al giorno d'oggi ormai in crisi, incapace di comunicare un linguaggio
nuovo, comprensibile e condivisibile con tutti. L’appuntamento è previsto per
venerdì 23 novembre 2012 alle ore 17,00 dove l’autore incontrerà i suoi
lettori.
Già nel 2000, Umberto Galimberti con le “Orme del sacro”
si poneva la domanda di cosa fosse rimasto di autenticamente religioso in
un'epoca come la nostra che più di altre registra un boom di
spiritualità. Al di là delle fulgide apparenze, il Dio invocato in plurime
lingue, in molti riti e nelle forme più svariate della religiosità, sembra
essersi infatti definitivamente congedato dal mondo per lasciare null'altro che
un desiderio infinito di protezione, conforto, rassicurazione: è solo il resto
esangue della storia e della tradizione del cristianesimo, troppo arretrato per
governare un tempo scandito dall'incalzante succedersi delle scoperte
tecnico-scientifiche. Oggi la riflessione di Galimberti si è estesa e
approfondita. Ma forse si può dire anche che la consapevolezza dell'importanza
di questi temi è cresciuta in modo costante nel pubblico e che la ricerca di
risposte sulla crisi del sacro si è ormai molto affrancata dalla guida della
chiesa cattolica. In Cristianesimo, il filosofo parla a questo nuovo pubblico,
tracciando le ragioni dell'afasia del sacro nel nostro mondo riconducendole,
con un'argomentazione che non mancherà di causare dibattito, proprio alla
natura del cristianesimo, così come realizzatosi nella storia dell'Occidente.
Umberto Galimberti (nato a Monza nel 1942), è stato dal
1976 professore incaricato di Antropologia Culturale e dal 1983 professore
associato di Filosofia della Storia. Dal 1999 è professore ordinario
all’università Ca Foscari di Venezia, titolare della cattedra di Filosofia
della Storia. Dal 1985 è membro ordinario dell’International Association for
Analytical Psychology. Autore di numerose opere filosofiche che come è noto
sono incentrate sul tema della tecnica nella società occidentale contemporanea,
del corpo e dell’anima.
Info
Feltrinelli Point Lecce
via Cavallotti 7/a, 0832/331999
www.lafeltrinelli.it
mercoledì 21 novembre 2012
Recensione di Alessandra Peluso su Di tutte le ricchezze di Stefano Benni (Feltrinelli)
«E così siamo rimasti soli,
amabile lettrice, caro lettore. (...) Ci guardiamo attraverso questo strano
specchio che è un libro». (p. 206) Mi rifletto nello specchio della solitudine
della mia stanza, dove a farmi compagnia, è il cinguettio di uccelli che
sembrano non stancarsi mai, loro sono in compagnia e cantano ad unisono una
melodia armoniosa.
Così mi ritrovo a condividere la
solitudine ed altri stati d’animo che aleggiano imperiosi nel libro di Stefano
Benni, Di tutte le ricchezze.
Emozionata e coinvolta - come senz’altro accadrà ad ogni lettore - dal
principio, dove l’autore esordisce scrivendo i versi di un poeta molto caro al
protagonista del racconto, Martin: «La soltudine sta ai vecchi / Come un
vecchio vestito / E nelle tasche tintinnano / I sogni che più non spendono ...
», (p. 13) sino alla conclusione in cui il protagonista, o chissà l’autore, si
presenta con garbo e cordialità, vivendo un presente insolito, frizzante,
brioso, e anche un pò grottesco, ed un passato nostalgico e colmo di rimpianti.
Narra Stefano Benni il sentimento
dell’amore di Martin, un sentimento vissuto e rivissuto che regala puntualmente
rimpianti, rimorsi, dolore con una felicità che vorresti fosse eterna, ma che
non dura più di pochi istanti. Sensazioni, emozioni traboccano soprattutto
nell’innamoramento descritto con abile maestria da Benni, tra il protagonista e
la sua giovane e bella vicina di casa (che mi ha commosso come un adolescente
al primo amore, coinvolgendomi sino alla fine della storia), e la tormentata nostalgia
per la giovinezza ormai fuggita e la solitudine dei settant’anni voluta, cercata, imposta, costretta e subita
per alcuni versi.
È complicato parlare d’amore,
tutte le forze centrifughe si mescolano: emozioni, pulsioni, fantasmi,
desideri, ragioni, repressioni, rimpianti. Come scriveva Rilke nella Lettera a un giovane poeta, l’amore è la
prova più difficile che ognuno di noi affronta nella vita, e lo sa bene
l’autore che lo racconta e lo fa vivere ad ogni lettore tra magia, incanto e
disincantata quantomai ingiusta realtà.
Straordinario poeta e scrittore,
Stefano Benni, e si nota a chiare lettere la maestria di scrittore, l’innata
sensibilità di poeta e il talento portentoso di giornalista in descrizioni
attente e puntuali. Si alternano i dialoghi ironici e pungenti con personaggi
del passato di Martin, come il collega professore, Remorus, i dialoghi col
figlio lontano tra missive e telefonate e le spassosissime conversazioni con
gli animali del bosco. Sembra di vivere nel mondo di Fedro e le sue favole.
Appassiona e coinvolge Di tutte le ricchezze, e potrebbe
diventare una trama di un film incantevole, se qualche regista volesse, a mio
avviso, riempirebbe le sale.
Non è opportuno raccontare tutto,
ma dopo aver letto il libro verrebbe spontaneo farlo, le emozioni in scrittura
fuoriescono come lava incandescente. Così la passione, il fuoco raccontato
dell’età giovanile, l’entusiasmo, sino a giungere a settant’anni, età che il
professore definisce «venerabile quando non è sordida», per poi chiedersi «se
possiamo fingere di non avere rimpianti, ritrovandosi così a fare i conti con
se stesso».
Ogni capitolo è introdotto da
versi poetici che ammaliano, fanno sognare e riflettere. Le poesie sono di
Catena, un misterioso poeta locale morto in un manicomio, che Martin ama e
cerca di farne rivivere il talento, segue il racconto solitario interrotto
quasi bruscamente da un incontro con dei nuovi vicini di casa: Aldo il Torvo,
un pittore senza infamia nè gloria, e la sua compagna, Michele, chiamata dal
professore “Principessa del grano” e successivamente “Nasten’ka” e il lettore
comprenderà il motivo.
Nulla è lasciato al caso, e la
trama si dipana: «si sente in questo momento come se qualcuno avesse tirato una
bomba nel suo tranquillo specchio d’acqua ... » e si alternano immagini
irriverenti, poetiche, idilliache, ilari quali l’incontro tra Martin e il
serpente che lo beffeggia perchè lo vede innamorato, preludendogli una
sofferenza, così come il gufo o la capra che incontra nel bosco o il lupo ormai
invecchiato e solitario nel qule il professore sembra rispecchiarsi.
«L’amore degli uomini è uno
specchio rotto / Che non rimanda più la tua immagine / è come un libro di cui
vediamo / La copertina, non più le pagine. / ... / L’amore degli uomini è uno
specchio rotto / Forse è svanito,
cerchiamo invano / Lui è sempre lì, al solito posto». (p. 174)
È lo specchio - l’emblema della
vita che passa - icona del romanzo, l’identità di ogni uomo che rivede se
stesso e a volte non si riconosce come nel romanzo di Pirandello, Uno, nessuno e centomila, dove il
personaggio, Vitangelo Moscarda, guardandosi allo specchio prende coscienza di
essere altro rispetto a ciò che immaginava e comincia per lui il dramma. Lo
specchio può essere un amico fedele ma a volte un abile ingannatore e nello
specchio si riflette anche l’immagine di Martin, da giovane, poi da adulto - e
nel frattempo - veleggia la solitudine, quella solitudine che compare, con la
quale ha inizio e fine il romanzo di Stefano Benni così come la vita di ognuno
di noi.
martedì 20 novembre 2012
Sergio Leone. Quando il cinema era grande di Italo Moscati (Lindau)
Chi era, o meglio chi è Sergio
Leone? Sono passati più di quarant’anni, quarantatré per l’esattezza, da Per un
pugno di dollari che il regista realizzò nel 1964. Nessuno poteva prevedere il
suo straordinario successo e che sarebbe diventato il western italiano più
conosciuto nel mondo. Se il film – seguito un anno dopo da Per qualche dollaro
in più, un altro successo – segnò a sorpresa una data fondamentale nella storia
del cinema non solo italiano, Il buono, il brutto, il cattivo (l’ultimo della
cosiddetta «trilogia del dollaro») sancì definitivamente l’affermazione di un
nuovo grande regista, anzi di un nuovo grande autore, inventore di uno stile
che entusiasmò la critica e appassionò il pubblico.
Ma, contrariamente a quanto si
pensa, Leone dovette superare molte difficoltà prima di affermarsi. E proprio
da questa fatica, anzi da queste fatiche, nasce il racconto di Italo Moscati
che intreccia cinema e vita, vittorie e battute d’arresto, amori e famiglia,
per entrare in un laboratorio esistenziale e creativo con pochi termini di
paragone, culminato in C’era una volta in America, il suo addio al cinema.
Sergio Leone morì infatti nel 1989,
a soli 60 anni, mentre stava preparando un kolossal
sulla battaglia di Leningrado.
ITALO MOSCATI, regista e scrittore,
sceneggiatore, insegna Storia dei Media e Arti Visive della Contemporaneità
all’Università di Teramo. Tra i suoi ultimi volumi, ricordiamo Gioco perverso.
La vera storia di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, tra Cinecittà e guerra
civile; I piccoli Mozart; Sophia Loren. La storia dell’ultima diva, editi da
Lindau; e Anna Magnani; Vittorio De Sica; Pasolini passione, editi da
Eri-Ediesse.
lunedì 19 novembre 2012
L’esoterismo di Dante di René Guénon (Adelphi)
Dopo aver esaminato analogie e
corrispondenze con gli ordini cavallereschi, il rosicrucianesimo, l'ermetismo e
l'Islam suggerite in passato da studiosi e occultisti, Guénon procede a una
geometrica esposizione del simbolismo insito in alcuni temi cruciali della
"Commedia": i tre mondi, i numeri, il tempo. Ecco allora che
l'Inferno appare come ricapitolazione degli stati che precedono logicamente lo
stato umano e manifestazione delle possibilità di ordine inferiore che l'essere
porta ancora in sé, il Purgatorio come prolungamento dello stato umano, che
viene così condotto alla pienezza della sua espansione e il Paradiso come
ascesa agli stati superiori dell'essere.
domenica 18 novembre 2012
Simbolica degli utensili e glorificazione del mestiere di Mainguy Irène (Edizioni Mediterranee)
I gesti e lo svolgimento degli atti simbolici della
Massoneria esprimono un modo specifico e particolare di vivere, sono i passaggi
attraverso i quali un nuovo membro viene iniziato e integrato nel gruppo. I
massoni chiamano "Tempio" lo spazio nel quale "lavorano" in
maniera simbolica e, quindi, gli utensili impiegati sono più che un semplice
maglio, una cazzuola o un filo a piombo: sono i sostituti di un'idea
interiorizzata, un'idea di cui costituiscono la rappresentazione. II regolo,
quindi, diviene per l'apprendista non solo un utensile destinato a misurare lo
spazio, ma anche un mezzo per suddividere il tempo e, nell'universo
multidimensionale da esso postulato, uno strumento per valutare le virtù. Ogni
utensile è legato alle potenzialità di un insieme di forze di cui è necessario
conoscere l'energia per poterla regolare e dominare con discernimento, al fine
di riuscire a elevare un tempio di luce nel santuario del cuore, chiave della
realizzazione individuale e collettiva. Sfortunatamente, molti massoni continuano
a trasmettere gli utensili ricevuti senza averne una vera conoscenza o
percepirne l'importanza fondamentale. Questo studio della Mainguy offre appunto
alcune piste per approfondire la comprensione su un piano metafisico dell'uso
di tali strumenti ed effettua, un parallelo fra la struttura dei gesti
massonici e gli utensili impiegati nei rituali, gettando nuova luce su di essi.
sabato 17 novembre 2012
La precaria armonia del cosmo di Marisa Grande (Besa editrice)
Questo libro nasce a seguito
delle ricerca approfondita sulla “polifunzionalità” dei monumenti megalitici e
sul loro rapporto con le lay liners, le misteriose linee energetiche della
Terra, lungo le quali scorrono flussi di campo elettromagnetico. Marcatori
geodetici, indicatori delle vie sacre dell’acqua, luoghi di osservazione
astronomica e misuratori del tempo, i megaliti erano preposti − in virtù delle
proprietà dei loro materiali − a rendere “coerenti” le onde di flusso caotiche
dei campi di elettromagnetismo interni ed esterni al pianeta. La logica distributiva
dei megaliti sul territorio attesta che la scelta del luogo derivava da una
precisa corrispondenza cielo/terra, che sancisce oggi il loro carattere
astronomico e la loro antica sacralità. La loro forma deriva direttamente dalla
loro funzione, secondo la logica arcaica che vedeva intimamente connessa la Terra con la dinamica
ciclica degli astri nella volta celeste, in un diretto rapporto di reciproca
corrispondenza, inteso come un sacro vincolo tra gli esseri umani e il divino.
La scoperta da parte dell’autrice di un inedito “codice cosmico”, criptato
nell’arte e nelle scritture, permette di comprendere la polifunzionalità dei
megaliti e offre nuove risposte ai molti enigmi, con possibili soluzioni per
arginare e prevenire l’andamento caotico che mina il “precario equilibrio” dei
sistemi dinamici complessi, come il pianeta Terra.Il messaggio ultimo di questo
volume è che gli eventi catastrofici, quali eruzioni vulcaniche, aperture di
faglie, terremoti e tsunami come quello che ha devastato il Sud-est asiatico
nel dicembre 2004, dipendono dall’attività di centri energetici in espansione,
che l’autrice ci invita a scoprire con lei sulla superficie del pianeta, per dimostrare
che la dinamica della loro attività energetica dipende da cause prevedibili. Il
ritmo e i meccanismi con i quali si attivano i punti energetici della Terra
erano conosciuti dai popoli arcaici, che tentarono di governarli costruendo
intorno ai “nodi di griglia energetica” dispositivi funzionanti da arcaici
“catalizzatori e normalizzatori” delle onde elettromagnetiche, per rendere
“coerenti ” i flussi del campo magnetico terrestre.
Marisa Grande è fondatrice del movimento artistico-culturale Synergetic-art.
Ha pubblicato scritti di arte (Arte come funzione - Connessione di sistemi dinamici
relazionati, Galatina 1990), di poesia (Linguaggio artistico, Avellino 1989),
di pedagogia (Orientamento alla scelta dei libri di testo, Lecce 1996), di
paleo e archeo-astronomia (L’orizzonte culturale del megalitismo, Nardò 2008 e
Dai simboli universali alla scittura, Nardò 2010). Socia della s.i.a. (Società
Italiana di Archeoastronomia, c/o l’Osservatorio Astronomico di Brera –
Milano), collabora con riviste specialistiche e divulgative e ha conseguito
riconoscimenti e premi di alto prestigio nazionali e internazionali.
giovedì 15 novembre 2012
“Mignotta” graphic novel di Giovanni Matteo, da un soggetto di Pier Paolo Pasolini. Disponibile su Amazon
È disponibile per il download da
Amazon “Mignotta“, di Giovanni Matteo, graphic novel ispirata a un soggetto
scritto per il cinema da Pier Paolo Pasolini e pubblicato nel volume “Alì dagli
occhi azzurri” che raccoglie racconti, scritti sparsi, soggetti, redatti da
Pier Paolo Pasolini nel periodo 1950-1965.
La postfazione dell’ebook è a
cura di Luciano Pagano. Tutte le informazioni per il download qui (http://www.amazon.it/Mignotta-Musicaos-ebook/dp/B00A6YOTPC/ref=sr_1_3?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1352909435&sr=1-3).
Si tratta del terzo ebook di musicaos, dopo
“Il romanzo osceno di Fabio” e la guida “È facile smettere di scrivere se sai
come farlo!".
Altre informazioni sugli ebook di musicaos qui (https://lucianopagano.wordpress.com/ebooks/).
Per informazioni o altro potete
scrivere direttamente a lucianopagano[at]gmail[punto]com
“Diverso sarà lei. Storie di coppie gay e non” di Willy Vaira alle Cantelmo di Lecce
Domani venerdì 16 novembre 2012 alle
ore 20 presso le Officine Cantelmo di Lecce (http://www.officinecantelmo.it/) Willy
Vaira presenterà il suo “Diverso sarà lei. Storie di coppie gay e non” edito da
Manni. Con l'autore interviene Alessandro Delli Noci.
Quindici storie di coppie unite
da una vita. Tredici omosessuali, due etero. Coppie normali, consuete:
l’affetto, la gelosia, le piccole incomprensioni, la passione. Persone di varia
estrazione sociale e provenienza geografica si raccontano: l’architetto e il
pastore, il musicista e la vivaista, lo stilista e l’operaio, dalla grande
città al paesino sperduto tra i monti o nel profondo Sud. Sono gli eroi della
contemporaneità: hanno sofferto e ancora subiscono vessazioni e prepotenze
generate da un potere incolto, volgare, conformista e interessato, e hanno
trovato in sé la capacità di affermare con orgoglio la propria singolarità. Diverso
sarà lei racconta con franchezza anche dell'omosessualità, ne mette in crisi
alcuni luoghi comuni e ne afferma la piena naturalità, lasciando intravedere,
ad una società malata del deterioramento dei diritti elementari sui quali si
basa la convivenza civile, una delle possibili vie per le quali passa il
progresso delle relazioni umane.
WILLY VAIRA è nato nelle Langhe cuneesi.
Vive e lavora a Torino. Ancora studente di Medicina, trasferisce i suoi
interessi nel mondo della moda e dello spettacolo. Modello, paroliere,
musicista e cantante, gira il mondo per molti anni. Dal 2001 approda alla
scrittura narrativa e poetica. Per Manni ha pubblicato, nel 2007, Pubblici
scandali e private virtù, intervista a Giò Stajano, prima icona gay d’Italia, e
le raccolta di poesie Esercizi d’amore e Il lento dei passi.
mercoledì 14 novembre 2012
STEFANO CRISTANTE CON IL SUO ANIMA LUNGA (BESA EDITRICE) ALLA LIBRERIA PALMIERI DI LECCE
Il 16 novembre 2012 sarà presentato il nuovo lavoro di Stefano Cristante
dal titolo Anima Lunga edito da Besa editrice. L’appuntamento è alla Libreria
Palmieri di Lecce in Via Trinchese 62/a alle ore 18.30. Presenterà Gianluca
Conte, giornalista e scrittore.
Sguardi sul presente che hanno valore di tagli e ferite, dove il fatto
sentimentale si snoda come un pericolo attorcigliato sulle reciproche e
irriducibili alterità degli amanti e dove la costruzione dei rapporti affettivi
passa per materiali irrazionali – premonizioni, percezioni, immedesimazioni
istantanee, deja vu – che solo i versi poetici hanno una speranza di poter
trattare. Stefano Cristante investe nel dialogo a distanza con i classici della
poesia italiana le proprie chance di scrittura. Verso libero ed endecasillabo
rappresentano la sostanza formale dei versi di Cristante che, nella parte
finale, trasmigrano nella prosa poetica (agganciata alla creazione di una
personale cosmogonia), prima di congedarsi con un inno alla solitudine che
chiarisce il suo tragitto narrativo e il suo obiettivo esistenziale.
Stefano Cristante (Venezia, 1961)
è sociologo dei processi culturali e comunicativi presso l’Università del
Salento. Anima lunga è la sua terza raccolta di versi, dopo Il rosso dell’oblio
(1991) e Visite inattese (2007).
Info
martedì 13 novembre 2012
Un uomo in movimento di Mauro Orletti (Discanti). Intervento di Nunzio Festa
Nel terzo Millennio, non posson
che esser le opere sull'identità smarrita e/o frammentata il luogo privilegiato
d'indagine e rappresentazione, a tratti persino di moderno/realismo, della
società. Grazie a "Un uomo in movimento", opera seconda quindi di Mauro
Orletti, proprio dentro questa non-dimensione torniamo a perderci. Ad
analizzarci. Con in più, però, il racconto d'una verità che agisce e reagisce
in mezzo alla crisi generale dei valori: la comunione e liberazione del prete
Giussani (cuore primario della Compagnia delle Opere - il tentacolo
platealmente economico-finanziario). Si comincia, ché così pareva, con
l'amicizia fatta di silenzio e televisione di Dario e Armando, il comunista e
l'anarchicheggiante. E si continua con l'ingresso in scena del ciellino Matteo
che ha il compito d'attirare lo stranito Armando nel senso di mamma Cl: e il
lavorìo di Matteo raggiunge lo scopo. 'Sto Matteo, infatti, ogni pagina che
passa diventa più antipatico a chi legge. Perché deve imporsi. Prendere la
coscienza d'Armando. Rubare la sua libertà, le poche certezze accumulate nelle
svogliatezza di letture titolate "L'uomo che dorme", e basta. Mentre,
in effetti, Perec cammina, Armando si fa rimbambire dall'evangelizzazione, se
davvero così si può dire, dei figlioletti di Giussani. Fino, è evidentemente,
all'implosione. Ovvero fino a quando l'esplosione delle volontà (?) del
protagonista del romanzo divengono altro tassello delle vite di comunità e
comunione, insomma. Matteo, insomma, fa una bomba dalle contraddizioni del pensiero
in costruzione del soggetto preso all'amo. Questo romanzo d'Orletti è una delle
belle notizie che abbiamo avuto recentemente. Privo di retoriche forzate o
forzose, legge perfettamente il presente. Epperò prendendosi gioco della
verità. Seppur col dovere della dimostrazione della cronaca. Mauro Orletti, con
fluttuazioni della trama che ci rendono persino tracce dell'accanimento contro
la libertà che i dogmi della Chiesa sempre hanno rafforzato nei secoli, ci
dipinge. Al netto delle necessità dei dipinti di Pedretti. Domani dal
primitivismo.
lunedì 12 novembre 2012
Diario di un'insurrezione di Sergio Baratto (Effigie). Intervento di Nunzio Festa
Con buona pace del "giusto
distacco" del lettore e del recensore, confesso che ho letto e spesso
apprezzato le pagine di "Diario di un'insurrezione" perché il messaggio
e il punto di vista dell'autore non si discosta molto dal mio; tranne per
alcune valutazioni e qualche giudizio che non condivido, quindi, io stesso
analizzo e vorrei ripartire allo stesso modo di Sergio Baratto dal
controvertice di Genova del 2001. (E non solmante perché avevo allora vent'anni
non ancora compiuti per pochi giorni). Pasolini fece Salò come denuncia della
riduzione del corpo e dell'uomo a oggetto, e oggetto di consumo - sottoposto
alla fine al consumo. Noi che abbiamo partecipato alla grande mobilitazione
contro il vertice del G8 di Genova, denunciavamo, 'tra le altre cose', la
mercificazione delle vite tutte e degli stati, sottoposti alla dominazione e
alla sopraffazione del capitale-multinazionale. Baratto, i cui scritti avevo
più volte apprezzato sul libero spazio d'espressione di Giovannini, Benedetti,
Moresco, Tarabbia, Scarpa ecc., www.ilprimoamore.com, con questa opera
d'esordio sintetizza al fine le nostre aspettative per il futuro, ma
soprattutto il moto di rigetto incominciato con le delusioni di qualche anno
fa, il fiume di disicanto e i materiali che bollivano nel pentolone della
contestazione che montava. Ché è diventata presenza forte. Assoluta. Nonostante
lavoro e lavorio degli addetti alla salvaguardia della normalità. Diario di
un'inserruzione, dove finalmente rivedrete il subcomandante Marcos e pezzettini
dei tantissimi testi/grida dell'Ezln e del popolo chiapaneco, dialoga
direttamente con gli elementi positivi e negativi di quella lunga esperienza.
"A chi si ostina a credere nella lotta per un altro mondo possibile non
resta che sottrarsi e fuggire. Ma questa fuga, sempre più solitaria, disperata
e testarda, si trasforma piano piano in una marcia di attraversamento. La
ritirata si confonde con l'avanzata e si fa cammino interiore di
rigenerazione". Racconto personale d'una storia collettiva, è definito il
libro. L'agile libretto, per me, è lo stesso bisogno d'agire nel pieno
dell'immobilismo. Forse una prova. E, finalmente, il riepilogo di quel che
siamo stati.
domenica 11 novembre 2012
LA SCIENZA DELLA BILANCIA DI HENRY CORBIN (SE)
"Ci è stato detto che la condizione degli umani, lungo
la loro esistenza in questo mondo terreno, è quella del sonno. Nel corso di
tale sonno potranno essi percepire il senso, comprendere le parabole di cui i
versetti coranici ci dicono che solo i Saggi comprendono? Ma chi sono dunque i
Saggi? I Saggi sono coloro che in tre meravigliosi capitoli Ibn 'Arabi ci
descrive come i "cavalieri" o i "cavalieri
dell'Invisibile"; è grazie a essi che in questo mondo terreno può esistere
una "scienza delle corrispondenze". Ta'blr al-ru'ya è
l'interpretazione delle visioni, dei sogni, ed è una delle applicazioni per
eccellenza della "scienza della Bilancia". Essa permette di compiere
il passaggio dalle forme percepite nella visione al significato segreto della
loro apparizione. Le nostre visioni in sogno nel mondo della Notte, come quelle
che percepiamo in ciò che chiamiamo il mondo del Giorno, necessitano del
medesimo passaggio, affinchè noi possiamo percepirne il significato segreto. La
ragione di questo è che sia le une che le altre sono motivate da un'intenzione
segreta propria a un altro mondo e da esso proveniente. Ecco perché il mondo
del nostro presente, della Notte come del Giorno, è un ponte che si tratta di
oltrepassare. Un ponte è un luogo di transito; non ci si ferma, né si prende
dimora su un ponte. Lo si varca, e occorre varcarlo per comprendere il
significato segreto, la "corrispondenza" invisibile di quel che è
trasceso e lasciato da questa parte."
sabato 10 novembre 2012
Cabbalà e alchimia. Saggi sugli archetipi comuni di Arturo Schwartz (Garzanti)
L'alchimia è comunemente
conosciuta come la ricerca, a mezzo tra scienza e magia, della formula per
trasformare i metalli vili in oro. In realtà l'alchimia occidentale, come
quella orientale e cabbalistica, è molto di più: è una "fisica della
resurrezione", nel senso della rinascita o risveglio dell'uomo alla sua
dimensione spirituale. Nella tradizione la Cabbalà e l'Alchimia indicano una via iniziatica
di conoscenza del trascendente. Alla fine del percorso, ciò che si tramuta in
oro non è il metallo, ma la coscienza dell'uomo liberato dalle contraddizioni
fondamentali della vita. Con una prefazione di Moshe Idel.
venerdì 9 novembre 2012
Le città perdute di Atlantide, Europa antica e Mediterraneo di David Hatcher Childress (Edizioni Hera)
Quali sono le tracce di Atlantide
e nel Mediterraneo? L'autore fornisce la più dettagliata e vasta analisi sul
"continente perduto" che sia mai stata scritta. Un libro che
accompagna il lettore tra le rovine megalitiche e siti archeologici normalmente
trascurati dalla maggior parte delle pubblicazioni: dall'Italia all'Irlanda,
dal Medio Oriente, Malta compresa, alle "Colonne d'Ercole esplorando la
mitica terra dei garamanti e la dimenticata civiltà di Osiride. Un libro che si
legge come un diario di viaggio e che tornerà utile a tutti quelli che ne
trarranno spunto come guida per le loro personali avventure in cerca di luoghi
misteriosi e terre perdute.
mercoledì 7 novembre 2012
Sindrome Obama di Tariq Ali (Dalai Editore)
Cos'è cambiato realmente da
quando Bush ha lasciato la
Casa Bianca? Molto poco, secondo lo scrittore e politologo
marxista Tariq Ali. Le speranze suscitate in tutto il mondo dall'elezione di
Obama sono rapidamente svanite. In patria, l'amministrazione Obama ha concesso
a Wall Street la massima libertà senza ricevere in cambio niente; la riforma
sanitaria è stata svuotata di contenuto; la scuola pubblica è sempre più
soggetta alle leggi del mercato e le grandi banche fanno il bello e il cattivo
tempo grazie a una legislazione compiacente. Bin Laden è stato ucciso, ma
intanto gli abusi sui prigionieri afghani continuano, l'Iraq è un Paese allo
sbando, Israele è libera di agire indisturbata, e lungo il confine fra
Afghanistan e Pakistan gli attacchi aerei e di terra sono più numerosi
dell'epoca Bush. Per giunta, gli insuccessi di Obama stanno spianando il
terreno al ritorno dei repubblicani alla Casa Bianca, e fra i suoi supporter
circola sempre più il malcontento. In questo saggio, Tariq Ali analizza in modo
dettagliato e puntuale le contraddizioni dei primi mille giorni della
presidenza Obama, offrendo un prezioso rapporto preliminare per comprendere gli
aspetti salienti della politica americana. E lo fa muovendo una serrata critica
da sinistra, nella convinzione che un'importante opportunità è andata sprecata
ma anche con il sincero dispiacere di chi ha condiviso le speranze di
rinnovamento coltivate da milioni di persone.
Iscriviti a:
Post (Atom)