Le introduzioni non le legge
nessuno, per cui sono libero di scrivere ciò che voglio. Al basket devo molto,
amici, gioie, incontri con persone straordinarie e sicuramente un fratello. Fui
messo contro la mia volontà nella squadra di pallacanestro della mia scuola a
dieci anni. Prima di allora non avevo mai preso una palla in mano. Non faceva
parte della storia della mia famiglia. Anche il criterio con cui fui scelto dal
prof di ginnastica fu casuale: servivano quattro ragazzi alti. Io ero alto e
fui messo in squadra. Dire che non eravamo dei campioni è un puro atto di
gentilezza. Mi ricordo che perdemmo la prima partita guardando letteralmente
giocare la squadra avversaria. Non ricordo il loro punteggio ma il nostro sì:
zero. Cercammo di correggerci da soli. Il nostro allenatore, il prof, ci dava
poche indicazioni.
Imparammo soprattutto guardando
quelli che ritenevamo bravi e ripetendo. Imparammo quel poco che potevamo
giocando. Con la fine delle medie la magia svanì, ma il virus della
pallacanestro (allora la chiamavamo così, sempre meglio di palla al cesto) era
stato inoculato e sarebbe rimasto lì, addormentato per anni salvo poi
risvegliarsi quando ero ormai grande, facendomi ammalare ancora una volta. Non
cercate l’indice di questo libro, perchè non lo troverete. E’ strutturato come
un insieme di saggi e potete studiarlo nell’ordine in cui desiderate. Vi
troverete anche delle schede di giochi e favole da riempire. Troverete anche
molti spazi bianchi che sta a voi “sporcare”. Un amico mi insegnò che i libri
non si leggono, ma si riscrivono. Così spero che facciate voi. Fate vivere
questo testo scrivendoci sopra – consiglio sempre la matita, ma questo è affare
vostro.
Lo scopo di questo testo è che
voi acquisiate nuovi strumenti per uno dei lavori più belli del mondo in un
meraviglioso sport. Per questo ho un debito di gratitudine verso i professori
che mi hanno dato strumenti e passione per ciò che faccio, come Antonietta
Marchi e Lucio Garbelli e ad un amico come Aldo Oberto. Permettetemi infine di
ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla stesura del testo, il
gruppo di studio Dynamica, Elena Quattrone, Andrea Bollini e in particolare a
Francesco, per avere “risvegliato il virus del basket”. E ora tocca a voi.
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