Sei famiglie, un palazzo come comun
denominatore e una Lisbona che sgomita e stringe i pugni nel secondo
dopoguerra. Questi sono gli elementi di quello che Saramago avrebbe definito il
"romanzo perduto e ritrovato". Un puro esercizio di psicologia,
sociologia e filosofia per scandagliare l' animo umano e ridere dei suoi tabù.
"La felicità non è qualcosa che si conquista. Ti diranno di sì. Non
crederci. La felicità è o non è...". I personaggi vagano in cerca di ricerche,
annusano speranze nell' aria ma, alla fine, si annullano cadendo nella
passività. "Essere spettatori non serve. Presenziare equivale a essere
morti...". E voi, voi che state leggendo attraverso uno schermo, siete
attori o spettatori?
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