“La Prussia,
disse Lord Acton, non era un gigante, ma un atleta: i suoi allenatori furono
gli Hohenzollern, che prima svilupparono i muscoli di quello Stato e, più
tardi, li flessero. Furono gli Hohenzollern a trasformare una creatura debole e
fragile, oggetto di derisione, in un colosso temuto e perfino rispettato. Il
Land del Brandeburgo, con il quale diedero inizio al processo di edificazione
della Prussia, era un territorio periferico, infecondo, arretrato e senza
sbocchi sul mare; inoltre i possedimenti della famiglia rimasero per secoli
distanziati fra loro, con tutti gli inconvenienti che ne derivavano, e
virtualmente impossibili da difendere. Nonostante così gravi svantaggi,
nonostante la mancanza di denaro o di risorse naturali, gli Hohenzollern
edificarono un regno che diventò un impero. L’unità tedesca, che da Carlo Magno
in poi aveva cessato di esistere, fu ricreata nel 1871, quasi novecento anni
dopo, sotto un Hohenzollern re di Prussia. […]
Come scrisse
lo storico G.P. Gooch: «Quattro sovrani Hohenzollern, nello spazio di
centocinquanta anni, diedero alla Prussia un suo posto nella carta geografica
del mondo». Il più grande di questi re fu Federico II, il quale, grazie a
un’imperturbabile e audace politica di aggressione, fece della Prussia una
grande potenza.
La vitalità
degli Hohenzollern era enorme, e gli Asburgo diventarono ben presto per loro il
rivale da vincere, anche se gli eserciti austriaci superavano di gran lunga per
numero quelli prussiani.
In
conclusione, la Prussia che essi crearono risultò un complesso sconcertante di
contraddizioni apparenti; fu una riserva dell’assolutismo monarchico, ma anche
un Rechtsstadt, cioè uno stato retto da leggi, alle quali obbedivano anche i
potenti. […]
Il Kaiser
Guglielmo II, l’ultimo degli Hohenzollern che regnò in Germania, avrebbe potuto
far suo il motto «après nous le déluge»; infatti il collasso della famiglia
sconvolse a tal punto il suo stato da scatenare, alla fine, un vero e proprio
diluvio. Esso si chiamò nazismo, e il suo impeto spazzò via tutto ciò che gli
Hohenzollern avevano costruito con tanta diligenza e con tanta brutalità, ma
sempre con amorosa cura: lo stato, il modo di vita e la forma mentis che si
chiamavano prussiani” .
Walter Henry
Nelson, figlio di un diplomatico statunitense inviato a Berlino dopo la Prima
guerra mondiale, è considerato uno dei più brillanti storici anglosassoni.
È autore di
numerosi studi sul mondo germanico, tra i quali il famoso The Berliners, Their
Saga and Their City e Small Wonder: The Amazing Story of the Volkswagen. Vive a
Londra e collabora con le maggiori riviste storiche inglesi.
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