Questa Super Coscienza
regola il Tutto essendo il Tutto, e parla, comunica simultaneamente con se
stessa, riuscendo a rivoluzionare costantemente e continuamente qualsiasi
distinzione tra “dire” e “mostrare”, tra ciò che può essere detto e ciò che si
può mostrare. Il risultato è la realizzazione di condizioni meta/linguistiche
di verità sempre vere, non tautologie, perché valide per N dimensioni, e che
non possono essere confermate dall’esperienza, perché non esiste un’esperienza
fenomenicamente, ontologicamente, linguisticamente localizzabile in una sola
dimensione. Spostando di pochi millimetri mentali le nostre considerazioni,
potremmo dire che tali condizioni meta/linguistiche di verità sempre vere,
vengono ad essere ulteriormente confermate dal Dire, dal Manifestare,
dall’Esserci (in omaggio all’immenso Martin Heidegger) e dal Dimostrare della
Super Coscienza nella sua stessa Super Realtà, composta da tutte quelle realtà
possibili che plausibilmente possiamo pensare che esistano. Si tratta di una
Meta/Logica prodotta dalla Super Coscienza, che rappresenta la struttura di un
meta/linguaggio che descrive N realtà. E dunque un tale linguaggio non solo
plurisemico, ma fantasmaticamente liquido e multidimensionale, realizza
Proposizioni che descrivono stati ALTRI di cose, e rappresentano N realtà,
tutte pertanto assolutamente vere e plausibili, tutte pertanto assolutamente
autentiche. E se è vero che sia possibile conoscere il significato delle parole
secondo punti di vista non locali ma meta/locali, allora sarà vero comprendere
N proposizioni che spiegheranno non una sola realtà ma più realtà che
costituiscono questo Tutto. La tipologia di regole linguistiche messe pertanto
in campo non ha più una sola possibilità di espressione e manifestazione,
perché la relazione standardizzata tra linguaggio e il mondo che deve essere
espresso (in ogni modo e con ogni mezzo e strumento) viene a essere sostituita
da N possibilità modali di esprimere N mondi paralleli, tutti esistenti
simultaneamente qui e ora, o altrove. Il linguaggio sussiste così autonomamente
rispetto al mondo, a questo mondo o ad altri possibili mondi, e rispetto a
tutte le N dimensioni … e un po’ forse
vengono a perdere di “colorito” alcune istanze proposte ad esempio nel corso
della storia del pensiero di questa umanità. In primis, a mio avviso, l’ipotesi
di Ludwig Wittgenstein che ritiene che “Ciò che può essere mostrato non può
essere detto”. Inoltre viene a risolversi la dicotomia tra le teorie di Jean
Piaget e Noam Chomsky su linguaggio e apprendimento. Da un lato Chomsky aveva
sostenuto che la produzione e la comprensione delle parole erano determinate da
regole grammaticali generative, che consistono in proprietà innate della mente
umana e che condividono una serie di tratti strutturanti generali, i parametri,
il cui insieme formerebbe la cosiddetta Grammatica Universale. Piaget, invece, sosteneva che la facoltà del
linguaggio sarebbe legata a diverse strutture cognitive e pertanto dipendente
da esse. Dunque le regole sintattiche che passo dopo passo si vanno formando
durante l’assunzione del linguaggio dipenderebbero dagli oggetti e dagli
stimoli che l’essere umano riceve dall’ambiente nella prima fase di sviluppo.
Il progredire linguistico avrebbe quindi un’origine individuale, e fattori
esterni come l’ambiente e le interazioni sociali lo arricchirebbero. Ciò
sarebbe vero se si ritiene di vivere e agire e comunicare solo in questo mondo,
ovvero quello descritto dal linguaggio che al momento usiamo. Un mondo legato alle scienze naturali, dove le
cose sono come sono, e all’interno del quale è persino difficile definire le
cose come si presentano, se esse siano Bene o Male. Ma in realtà la questione
non sarebbe da proporsi in questi termini. Se si fa riferimento a quanto detto
sino adesso le modalità di espressione e di esistenza di cui abbiamo più o meno
sonnambulescamente e parzialmente coscienza non ci appartengono. Perché non
siamo noi quel mondo che vediamo, non siamo noi quel mondo che esprimiamo, non
siamo noi quel mondo che interpretiamo, non siamo noi quel mondo che agiamo.
Azione e Intellezione non sono soggettivi, non riguardano né la nostra essenza
né la nostra esistenza. Noi siamo emanazione e manifestazione possibile della
Super Coscienza che esiste qui e ora, ma anche altrove, e come manifestazione
possibile della Super Coscienza siamo punti senzienti di divulgazione che
riceviamo passivamente ma consapevolmente un quantitativo N di informazioni che
attivamente poi trasmettiamo e realizziamo qui e altrove in N modalità. Siamo meta/sostanza capace di azione, non
possiamo essere formate né disfatte, in quanto duriamo quanto durano N
dimensioni, non siamo distinguibili, siamo in grado di appetire tutti i
possibili principi di N cambiamenti, siamo in grado di gestire N modificazioni
in attualità e potenzialità, siamo simultaneamente non localmente cause
efficienti e finali. La corruzione, la consunzione, sono solo salti quantici in
N stati, realizzati dalla Super Coscienza che li ha pensati per l’appunto come
tali. Con questo non intendo dire che siamo in uno stato di dormiveglia perenne
manovrati come burattini da questa Super Coscienza. E soprattutto le mie
argomentazioni non vogliono rappresentare un percorso teorico per Svegliarsi o
Ri/svegliarsi. Obiettivi di questo tipo li ripongo nelle mani di guru, santoni
e pseudo fisici quantistici. Possiamo invece concentrarci sul fatto che il
nostro pensare, il nostro agire, il nostro informare siano intanto liberi da
due elementi che in un modo o nell’altro appesantiscono il nostro essere
(qualunque esso sia e dovunque esso sia): l’Io e l’Ego. Si tratta delle due
cause più nefaste universalmente e multidimensionalmente riconosciute. Essi
esistono a livello psichico, energetico, eterico, agglutinano energie,
manipolano, occupano abusivamente Spazi e Tempi, offuscano capacità di
connessione, confondono, sono prolissi. Persino la Super Coscienza non
contempla un Io e un Ego, per legittimarsi auto/fenomenicamente qui e ovunque.
Ma non sono solo le questioni dell’Io e dell’Ego che si sciolgono sotto i
nostri occhi come neve al sole. Vengono a essere risolte con la teoria della
Super Coscienza, anche a mio avviso una serie di problemi minori, come il
funzionamento del cervello relativamente a percezione, sensazione, visione,
sentimento, tatto, odorato, memoria, e riguardo la produzione, manifestazione e
comprensione del linguaggio stesso. Tutti questi aspetti, tendono pertanto a
essere connessi l'uno all'altro, non più distinti e separati, perché è come se
parlassimo di un super sistema nervoso non locale, ma unìcrono e
multidimensionale. La Super Coscienza infatti è in continuo e costante processo
di sviluppo, e realizza costantemente e continuamente geometrie di informazioni
che producono N fenomeni in questa come
in altre dimensioni. Di certo ad oggi
non si dispone di metodi efficaci per indagare e individuare la struttura
ultima di questa Super Coscienza, ma credo che tutto ciò sia uno degli
obiettivi che nel prossimo futuro bisognerà raggiungere. Questa Super Coscienza
dunque, dotata anche di un super sistema nervoso, non è statica ma sempre in
movimento, e attraversata da un flusso di energia pulsante, appetitivo e
senziente che è in grado di controllare N reazioni chimiche, di accedere a N
quantità di cellule particolari e osservarle, e di collegare N movimenti come
quelli che vanno dalla mia mano sino alla funzionalità ed esistenza di tutti
gli universi e multiversi possibili, riuscendo a prendere nota di tutti i
diversi, plausibili e possibili livelli di manifestazioni. Immaginando allora
questa Super Coscienza come un Super Rete Neurale Interconnessa, che è qui e
ora, ma che è anche simultaneamente altrove e manifestamente essente in N
modalità, possiamo avanzare l’ipotesi che abbia generato anche N possibilità di
conoscenze (N possibilità di Algebra, N possibilità di Trigonometria, N
possibilità di Letteratura, N possibilità di Poesia, N Possibilità di
Architettura, N possibilità di Fisica etc) e che le abbia precisamente affidate
a N punti senzienti di divulgazione che convenzionalmente e in base a contesti
locali qui ma anche in N dimensioni, hanno una nominalità (Albert Einstein,
Giordano Bruno, Dante Alighieri, Don De Lillo, Salvador Dalì, Frank Stella,
Jennifer Lopez, Nicola Lagioia, Ashtar, Gabriele D’Annunzio, Galadriel, Umberto
Eco, Frank Lloyd Wright, Carlo Rubbia, Cthulhu, etc) e sono pertanto
nominalmente e convenzionalmente titolari delle loro opere. Naturalmente loro
come tutti gli altri punti senzienti di divulgazione esistenti in altri tempi e
in altre dimensioni. Ma non ne sono però i legittimi proprietari. Da quanto
sinora asserito si potrebbe dunque perfino arrivare a ipotizzare, che il loro
contributo sia solo ad uno stadio di scintilla intuitiva a cui è stata data da
loro una forma ed una serie di proprietà convenzionali, possibili,
comprensibili, plausibili. Mentre invece il copyright sia in realtà un Super
Copyright che appartiene alla Super Coscienza.(intervento di Stefano Donno)
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