A cavallo tra Quattro e
Cinquecento Ferrara era una città straordinaria, paragonabile alla New York di
oggi per importanza politica, artistica e architettonica. Ludovico Ariosto era
poeta di corte (il suo capolavoro quest’anno festeggia i cinquecento anni), la
bella Lucrezia Borgia nel 1502 sposò in terze nozze Alfonso I D’Este e
l’Addizione Erculea aveva trasformato Ferrara nella città ideale, perfezionando
l’urbanistica con maestria e razionalità. Ne fu responsabile l’allievo di
Brasavola Biagio Rossetti che tra l’altro concepì e fece costruire Palazzo
Diamanti. La più importante corte d’Europa non poteva che richiedere
l’eccellenza in cucina. Se ne occupava lo Scalco di corte: Cristoforo da
Messisbugo, ovvero uno dei protagonisti di questo romanzo e “master chef”
realmente esistito, autore del “cook book” Banchetti, composizioni di vivande
et apparecchio generale costantemente ristampato fino alla fine del Seicento.
Altro punto di forza della città Medievale era l’astrologia,
"scienza" che si teneva in gran conto e a cui si attribuivano
capacità propiziatorie e di preveggenza. Quali personaggi e ambientazione più
accattivanti per un thriller “esoterico” che tiene incollati fino all’ultima
pagina? Così, Andrea Biscaro immagina che all’interno delle note bugne di
Palazzo Diamanti sia stato inserito un grosso diamante, al fine di catalizzare
forze benigne sulla città. Mani malvagie hanno tuttavia spostato la pietra
preziosa, aprendo un varco per…l’Inferno stesso! L’artefice della scoperta di
questo spostamento è un ambiguo frate, fratello dello Scalco e potente
sensitivo. La corte del Duca d’Este (Ercole), che non teme pericoli ben più
concreti, sottovaluta gli avvertimenti e espone la città alla strana
apocalissi. Lo schiudersi delle porte dell’Inferno è un vero capolavoro di
immaginazione: c’è chi, come Ludovico Ariosto, si ritrova in un remoto passato,
in cui la regione era tutta acquitrini e invece che camminare verso Palazzo
Diamanti si perde in una nebbiosa palude insieme a un demoniaco traghettatore,
parente di quello cantato dal suo noto“collega” di Fiesole. Lucrezia Borgia,
invece, si ritrova nel peggiore dei futuri: nella Ferrara in mano ai nazisti,
di fronte ai quali conserva la dignità nobiliare, anche se scossa da
profondissimo terrore. All’architetto Rossetti tocca invece una trappola da
contrappasso: girare in tondo in un labirinto senza uscita, un labirinto
architettonicamente perfetto. E cosa dire dell’aiuto di Messisbugo, il cuoco
Mastro Zafferano, divorato “per colpa del karma” da un cinghiale antropomorfo… La
storia è perfettamente bilanciata tra ricostruzione storica impeccabile ed
esigenze di una trama scattante. Le ricette riportate non solo descrivono bene
l’inventiva culinaria dell’epoca, ma sono anche facilmente riproducibili. A
meno che non si tema, con queste preparazioni, il rischio dello scatenarsi
dell’Inferno…
Andrea Biscaro è scrittore, cantautore e
ghostwriter. Nato a Ferrara, vive all’Isola del Giglio. I suoi libri hanno
avuto prefazioni autorevoli: Alda Merini, Erri De Luca, Eraldo Baldini, Roberto
Piumini, e hanno parlato di lui personalità quali Gianni Mura, Marinella
Venegoni, Sergio Zavoli e Franco Carratori. Ha lavorato per Castelvecchi,
Fabbri, Stampa Alternativa, Coccole&Caccole, Squilibri, Safarà,
Passepartout, Progedit, MilanoNera, LietoColle, Effigi e Neos. Tra le uscite
degli ultimi anni ricordiamo: Illune con prefazione di Eraldo Baldini (Effigi
2011), Nerone. Il fuoco di Roma (Castelvecchi 2011, tascabile Lit 2012, Fabbri
2015), Ballate della notte scura con Tiziano Sclavi (Squilibri 2013).
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