- Lunedì 27 gennaio 2014 ore 9.00 presso la sala consiliare del
Comune di Surbo organizzato dalla dott.ssa Nadia Morrone di Liberia di
Galatina;
- Lunedì 27 gennaio 2014 ore 18.30 presso la Biblioteca comunale
“Giuseppe Melli” di San Pietro Vernotico (BR);
- Martedì 28 gennaio 2014 ore 9.00 presso l'istituto comprensivo
di Torre Santa Susanna (BR);
- Mercoledì 29 gennaio 2014 ore 16.30 presso l'istituto
comprensivo Zingarelli di Bari;
- Giovedì 30 gennaio 2014 ore 9.00 presso l'istituto comprensivo
di Patù, Lecce;
- Venerdì 31 gennaio 2014 ore 9.00 presso l'istituto comprensivo
di Salve organizzato dalla Biblioteca comunale;
- Sabato 1 febbraio ore 9.00 presso l'istituto comprensivo di
San Donato (Lecce), incontro organizzato
dal presidio del libro.
Si può parlare della Shoah in tanti modi. In "Se questo è un
uomo" Primo Levi lo ha fatto con poesia, coinvolgendo l'umanità intera in
un capolavoro che tocca l'emozione di tutti, nel suo unire la bellezza della
parola all'orrore umano. E in questa storia proprio "Se questo è un
uomo" e Primo Levi guidano un bambino che vivrà con la grazia propria
della sua età un evento che ancora gli uomini non si riescono a spiegare.
L'infanzia entra nella Storia più cupa ed aberrante, provando a sfiorare il
mistero del buio della coscienza dell'uomo europeo. Levi la accompagna nei
luoghi del degrado della nostra civiltà, e lo fa con la sua prosa immortale
come intermezzo, che cerca di spiegare l'inspiegabile all'innocenza di chi non
ha ancora saputo tutto dell'Uomo. Questo romanzo ci condurrà per mano in un
incubo che non può essere lasciato solo al passato. Una storia che ci porterà a
sentire l'inesorabilità del male ammantato dall'ingenuità dell'infanzia e dalla
profondità della letteratura. Un libro che fa della semplicità lo strumento di
narrazione per rispettare quei fatti senza rinunciare all'immaginazione e alla
speranza. Riuscirà l'ingenuità dell'infanzia a lenire la drammaticità della
realtà? O nulla si può al cospetto di quello che l'uomo è capace di fare quando
conosce l'inverno della sua coscienza? Un libro scritto senza artifizi
intellettuali, che parla con la lingua dei ragazzi di quello che i ragazzi non
dovranno mai conoscere
.
Sofia Schito vive a Felline, in provincia di Lecce. Da anni
impegnata in attività che vedono coinvolti ragazzi delle scuole elementari e
medie, trae da loro continua ispirazione. Ama scrivere da sempre, sin da quando
a scuola ha sentito parlare per la prima volta di soggetto, verbo e
complemento. Lo testimoniano le scatole sull'armadio della sua stanza piene di
diari che ha cominciato a scarabocchiare quando era poco più che bambina. La storia
invece è una passione che le è venuta negli anni. Lo testimoniano i voti, poco
lusinghieri, che ai suoi compiti dava il professore del liceo. Ogni volta che
le restituiva un compito corretto, la domanda era sempre la stessa:
"Sofia, a che serve copiare?". Per lei allora aveva un senso,
significava evitare di trascorrere interi pomeriggi a memorizzare date, luoghi
e avvenimenti. Col passare del tempo, per fortuna, si è resa conto che la
storia è ben altro. Dopo la maturità scientifica, si iscrive alla facoltà di
Lettere dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e al terzo anno, al
momento della scelta dell'indirizzo, forse per una sorta di legge del
contrappasso, sceglie proprio l'indirizzo storico. La B capovolta è il suo
primo romanzo per ragazzi. Nella scelta dell'argomento, ci sono buone
probabilità che si sia ispirata alle iniziali del suo nome.
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