giovedì 5 marzo 2015

Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 6 -

Ho terminato da poco la lettura dello splendido lavoro della Dott.ssa Lisa Randall “Passaggi Curvi – I misteri delle dimensioni nascoste dell’Universo“ edito da Il Saggiatore. Prima donna ad ottenere come ordinario la cattedra di fisica teorica a Princeton, al MIT e ad Harvard.  Si tratta di un lavoro densissimo. Ogni capitolo si apre con la citazione di un verso di una canzone: da Frank Sinatra ai Guns’n’Roses arrivando fino all’eclettica ed eccentrica Bjork.  Gli spunti di riflessione nati dopo la lettura del volume, sono davvero e particolarmente illuminanti per la ricerca che sto portando avanti in questa sede. L’autrice nella prima parte del volume passa brevemente in rassegna le teorie e gli studi di fisica e fisica teorica che hanno avuto da sempre l’obiettivo di comprendere la parte più profonda della natura, arrivando ad esaminare anche le nuove teorie che cercano di spiegare il Tutto attraverso un modello unico, efficiente, e valido sotto ogni punto di vista. Nella seconda parte dell’opera l’autrice invece illustra le due rivoluzionarie teorie del secolo scorso come la teoria della relatività, opera di Albert Einstein, e la meccanica quantistica, che si occupa per l’appunto della quantizzazione dell’energia e del principio d’indeterminazione. Nella terza parte del libro la Randall affronta la questione delle particelle elementari parlando dell’affascinante mondo della teoria quantistica dei campi, esaminando, le diverse  interazioni a livello quantistico, spiegando la differenza tra particelle che veicolano l’informazione di massa (fermioni) e le particelle che veicolano quella di campo (bosoni). Analizza successivamente il concetto di unificazione delle forze, iniziando poi a parlare della suadente teoria del Modello Standard. E arriva ad una domanda piuttosto interessante: cosa potrebbe accadere se “meticciassimo” la meccanica quantistica, che guarda all’infinitamente piccolo, con la relatività generale, “texture” teorica su cui poggia la cosmologia? La risposta sarebbe lo Spazio-Tempo. Ma non è sufficiente. Almeno per me.  Già, perché lo Spazio-Tempo in certe dimensioni e in certi stati dimensionali non è assoggettabile  ad un modello standard unico e soddisfacente, ma anzi Esso è soggetto al Caso e al Caos.  E dunque dal momento che supponiamo l’esistenza di N dimensioni soggette ad un intreccio costante, eterno di ordine e dis/ordine non possiamo immaginare la tranquilla e rilassante esistenza di uno Spazio-Tempo non lacero, ma si deve assumere come plausibile e possibile che esistano infinite dimensioni in infiniti modi (quindi ben oltre la ormai standardizzata concezione dello Spazio-Tempo Quadridimensionale) che in un processo eterno e secondo graduali e costantemente infinite gradazioni di Perfezione hanno la genetica necessità per essere di raccontarsi e narrarsi, di raccontare e narrare. E per narrarsi e narrare è necessario che abbiano dei mezzi che realizzino la narrazione (da me precedentemente individuati nei  P.S.D. ovvero Punti Senzienti di Divulgazione) ed occorre inoltre un codice linguistico e una grammatica che conferisca senso, colore, vita  alle N combinazioni delle unità possibili sintagmatiche nominali, verbali, aggettivali, avverbiali etc, etc, esistenti in infiniti modi, mondi e dimensioni. Non mi riferisco certo ad immagini sacre ed immense come quelle espresse nella Sacra Bibbia in Giovanni 1 (“In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò cheesiste.”), né tantomeno a raffinate e affascinanti teorie come quelle dello scrittore giapponese Masaru Emoto secondo il quale la materia è soggetta a variazioni di stati ordinati e caotici a secondo dell’energia che il soggetto attore e partecipante all’azione entrato con essa in contatto, mette in gioco con voce e pensiero. Voce e pensiero possono creare, cambiare, modellare la realtà che ci circonda? Opzione interessante sul piano teorico, ma occorre essere prudenti e procedere con calma.(intervento di Stefano Donno)

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